

Dialoghi di Pistoia | Lezioni e conferenze
A cura del festival di antropologia del contemporaneo
Un nuovo modo nuovo di fare approfondimento culturale, con taglio antropologico, e con nuovi sguardi sulle società umane: 200 lezioni, dialoghi e conferenze di studiosi e esperti con letture inedite del mondo che ci circonda sui temi: identità, corpo, dono, viaggio, incontro, condivisione, abitare, gioco, cultura, creatività, convivenza, linguaggi.
"I Dialoghi stanno compiendo un percorso per meglio comprendere la realtà che ci circonda, spinti dall’interesse per gli altri e per le altre culture, nella consapevolezza di essere su una imbarcazione comune, in un viaggio antropologico attorno all’umanità."
Giulia Cogoli, ideatrice e direttrice dei Dialoghi
Web: www.dialoghidipistoia.it
Promosso dalla Fondazione Caript e dal Comune di Pistoia
"I Dialoghi stanno compiendo un percorso per meglio comprendere la realtà che ci circonda, spinti dall’interesse per gli altri e per le altre culture, nella consapevolezza di essere su una imbarcazione comune, in un viaggio antropologico attorno all’umanità."
Giulia Cogoli, ideatrice e direttrice dei Dialoghi
Web: www.dialoghidipistoia.it
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Episodes
Mentioned books

May 27, 2011 • 1h 22min
Carlo Petrini | Come non farci mangiare dal cibo | Dialoghi di Pistoia 2011
Il sistema agroindustriale globale ha finito per capovolgere la semplice frase “noi mangiamo il cibo”. Oggi è il cibo che mangia noi, dal momento che la sua produzione insostenibile divora la terra, la fertilità dei suoli, l'acqua, la biodiversità, i contadini e i consumatori stessi. Succede perché abbiamo smesso di riconoscere nel cibo il suo valore intrinseco e lo giudichiamo soltanto in base al prezzo, alla stregua di un qualsiasi prodotto di consumo. Ma il cibo è altro: ci dice chi siamo, è il legame con il territorio in cui viviamo e di cui ci dovremmo prendere cura, è la cosa che più ci ricorda quanto facciamo parte della Natura e non ne siamo un elemento esterno che può sfruttarla senza limiti.

May 27, 2011 • 1h 2min
Sylvie Coyaud, Rossella Palomba | Più donne che uomini: se non ora quando? | Dialoghi di Pistoia 2011
Donne e uomini sono portatori di diverse identità che determinano comportamenti, aspirazioni e immagini sociali differenti. Attraverso i numeri saranno esplorate le conseguenze della diversità, a tutto vantaggio degli uomini: in nessun paese del mondo le donne hanno una presenza significativa in luoghi decisionali e di potere, mentre gli uomini latitano tra le mura domestiche. Recenti ricerche dimostrano che, se si raggiungesse la parità (lavoro, salario, merito riconosciuto), il PIL europeo aumenterebbe del 30%. Il vantaggio di superare queste disparità è perciò evidente. Le donne si impegnano per dimostrare le loro capacità e stanno guadagnando terreno, ma sulla loro testa pesa il “soffitto di cristallo”, un ostacolo invisibile dovuto a stereotipi e pregiudizi legati all’identità femminile, che impedisce di valorizzare le loro capacità. Quanto tempo dobbiamo aspettare perché la parità si realizzi? Ai ritmi di crescita attuale, un secolo non basterà.

May 27, 2011 • 55min
Marco Aime | Il corpo “innaturale” | Dialoghi di Pistoia 2011
Non esiste società umana che non intervenga sul corpo lasciandolo così come ci viene fornito dalla natura. Tutti in qualche modo intervengono per disegnare, colorare, intagliare, modellare, coprire parti del corpo, quasi come se di questo non si fosse mai abbastanza soddisfatti. Si fa di tutto per allontanare il proprio corpo dal suo stato naturale, per renderlo sempre più “umano”, culturale e, nel farlo, ogni società esprime i suoi canoni estetici e le sue aspirazioni. Dal taglio di capelli al tatuaggio, dalle scarificazioni alla chirurgia plastica, dalle pitture corporali alla cosmesi, la fantasia e la creatività umana ci regalano molteplici possibilità di operare sul corpo. Queste pratiche sono diventate quindi campo d’indagine dell’antropologia culturale, perché rappresentano una forma di scrittura che gli uomini vogliono imprimere, a tinte più o meno forti, con segni più o meno profondi, su quel foglio bianco che è il corpo.

May 27, 2011 • 41min
Umberto Galimberti | Il corpo in Occidente | Dialoghi di Pistoia 2011
Organismo da sanare per la medicina, forza-lavoro da impiegare per l’economia, carne da redimere per la religione, inconscio da liberare per la psicoanalisi, manichino per la moda, in Occidente il corpo ha assunto una pluralità così disparata di significati che non se ne può parlare senza equivoci se non specificandoli.
Questa analisi avverrà a partire dalla grecità che, con Platone, inaugura il dualismo anima e corpo, per poi proseguire con la tradizione giudaico-cristiana che non disponeva di alcun concetto di anima, fino ad approdare a Cartesio che riduce il corpo a organismo, offrendo alla scienza la base per le sue competenze. Dalla “seduzione dell’errore cartesiano” ci salva la fenomenologia che distingue l’organismo dal nostro corpo vivente nel suo rapporto con il mondo della vita. Questo “corpo vivente” non ha bisogno dell’anima per render conto della condizione umana.

May 30, 2010 • 47min
Olivier Roy | Identità: una questione di religione? | Dialoghi di Pistoia 2010
La religione, o più precisamente il riferimento alla religione, si usa in due modi diversi: o per contrassegnare un’identità o per indicare una fede. Oggi queste due direzioni tendono a contrapporsi: la comunità di fede non si riconosce necessariamente nella religione identitaria. Il crocifisso è un simbolo culturale, di identità, oppure l’espressione di una fede? Si può essere cattolici o musulmani atei? Gli immigrati sono musulmani perché credono o perché provengono da un paese musulmano? In questo caso, che cosa significa il riferimento religioso per un ateo? Ha senso quando la religione si iscrive in una cultura, ma oggi il divorzio fra religione e cultura si fa sempre più marcato, il che rende più visibili le comunità di fede e le spinge sempre più sulla difensiva. Dunque il “ritorno del religioso” non segna il ritorno di culture tradizionali, bensì la crisi della cultura europea contemporanea.

May 30, 2010 • 47min
Guido Barbujani | Perché i Toscani non discendono dagli Etruschi | Dialoghi di Pistoia 2010
La nostra identità è una questione complessa, ma molti pensano che ci sia stata trasmessa dagli antenati, attraverso il loro DNA e dalle tradizioni della nostra terra. Da alcuni anni, all’Università di Ferrara e Firenze si studiano gli Etruschi: i dati emersi dall’analisi del loro DNA dimostrano che sono simili ai Toscani di adesso, ma non abbastanza per poter esserne considerati i loro diretti antenati; mentre in altre regioni come la Sardegna, c’è una chiara continuità fra gli abitanti del passato e del presente. Lo studio della genetica dunque ci racconta che la nostra specie ha avuto una complessa storia di migrazioni e scambi, il DNA di ognuno di noi è un mosaico a cui hanno contribuito moltissimi antenati differenti, ma risalendo indietro di sessanta mila anni, questi antenati li ritroviamo tutti in Africa, la terra da cui siamo emigrati.

May 30, 2010 • 47min
Massimo Montanari | Origini, radici, identità, ragionando attorno ad un piatto di pasta | Dialoghi di Pistoia 2010
Un approccio del tutto speciale, da una angolatura particolare: alimentare – sociologica,al tema scottante delle identità culturali e dei modi in cui esse storicamente si definiscono, proposto da uno dei maggiori specialisti di storia dell’alimentazione, intesa come storia a tutto campo che coinvolge l’economia, le istituzioni, la cultura e la storia dell’uomo. Punto di partenza è un piatto di pasta, metafora dell’universo culinario in cui la nostra vita quotidiana è immersa. Attorno a quel piatto si snodano percorsi inattesi, riflessioni non scontate: un dialogo sul cibo come cultura, come frutto della nostra identità e come strumento per esprimerla e comunicarla.

May 30, 2010 • 47min
Emanuele Trevi con Sonia Bergamasco | Raccontare l'altro: Philip K. Dick | Dialoghi di Pistoia 2010
Una delle qualità più inquietanti dell’altro non risiede nella sua differenza da noi ma, al contrario, nel fatto che ci assomiglia in maniera fin troppo inquietante. Maestro di illusioni, e sommo teologo e filosofo della fantascienza, Philip K. Dick ha dedicato racconti e romanzi a personaggi non-umani, come gli androidi di Blade Runner, o post-umani, come i mutanti. Questi ultimi sono fonte di terrore ed attrazione, ripugnanza e venerazione, a seconda dei particolari poteri di cui sono in possesso. Rappresentano l’ultima metamorfosi dell’umano, un’alterità tanto più minacciosa quanto più scaturita dall’interno della specie, dalla sua evoluzione. La fantasia del mutante di Dick è una delle più perfette e memorabili incarnazioni di questa minaccia così piena di fascino, impossibile da imbrigliare, a metà strada fra l’arma letale e la sfida filosofica. Letture di Sonia Bergamasco e commento di Emanuele Trevi.

May 30, 2010 • 47min
Edoardo Boncinelli | La cultura come destino | Dialoghi di Pistoia 2010
La cultura intesa come conoscenza collettiva che si sviluppa e si rinnova continuamente è la vocazione e il destino dell’uomo. Probabilmente per ragioni biologiche, anche se il dettaglio di questa predestinazione ci sfugge. Tutti gli esseri viventi compiono gesti più o meno strettamente correlati alla sopravvivenza e alla riproduzione. In questo l’uomo non è diverso dagli altri, ma nelle strategie per la sopravvivenza include la consultazione e lo sfruttamento di una conoscenza collettiva che viene continuamente coltivata e accresciuta. Nell’uomo, più che in ogni altro animale superiore, si possono individuare due nascite, una biologica e una culturale. E’ la distanza fra i momenti di queste due nascite che ci colpisce particolarmente nella nostra specie. Si cercherà di darne una giustificazione se non una spiegazione.

May 30, 2010 • 47min
Jean-Loup Amselle | Meticciato, multiculturalismo, connessioni | Dialoghi di Pistoia 2010
Jean Loup Amselle negli anni passati ha elaborato la teoria, assolutamente innovativa, di un meticciato originario, ribaltando la concezione che all’origine ci fossero etnie separate, che a suo parere sono state costruite piuttosto da azioni classificatorie di studiosi o colonizzatori. Successivamente ha proposto un’ulteriore lettura della tematica identitaria, basata sulla metafora delle connessioni, intese nell’accezione informatica, che spiega come le comunità costruiscano le loro identità locali, connettendosi a significanti e valori globali, per poi ritornare al locale dopo una sorta di triangolazione. Da qui il paradosso che proprio la globalizzazione culturale dà vita e alimenta il nascere di un sempre maggior numero di localismi. Il dialogo con uno dei più autorevoli studiosi e antropologi europei della questione identitaria, anche alla luce di studi e analisi recenti.