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Dialoghi di Pistoia | Lezioni e conferenze

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May 22, 2015 • 50min

Giuseppe Scaraffia | Nelle case degli scrittori. Letteratura, collezionismo e arredamento | Dialoghi di Pistoia 2015

Nel Settecento la vita intellettuale si svolgeva nei salotti e nei caffè, ma dopo la Rivoluzione francese e con l’alba della società di massa, gli intellettuali si chiudono all’esterno e si circondano di oggetti evocatori e di oggetti da collezione, che diventano prismi attraverso i quali guardarsi e guardare il mondo. La casa si trasforma in libro. Gli scrittori, per vedere meglio la realtà del loro tempo, le voltano la schiena, senza lasciarsi accecare dai bagliori del progresso. L’eccentrico collezionismo degli scrittori strappa il valore bruto alle cose, salvandole in un’arca-rifugio, e gliene fa assumere un altro. Nella sua perenne clausura, Balzac non potrebbe scrivere senza gli arredi per cui non esita a indebitarsi. Loti si rifugia in un Oriente fittizio, Apollinaire sogna mobili sgonfiabili e Cocteau si misura con lo spazio. Come diceva Montesquiou, l’arredamento è uno stato d’animo.  
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May 22, 2015 • 49min

Francesco Remotti | Abitare, sostare, andare: ricerche e fughe dall’intimità | Dialoghi di Pistoia 2015

Come altre specie animali, che costruiscono tane, nidi, rifugi, anche l’uomo costruisce “case” con cui proteggersi da intemperie, da nemici di altre specie e da altre società, persino dalla propria società. Le case degli esseri umani – così diverse per materiali e forme – si collocano entro due poli: la socialità più ampia da un lato e l’intimità più spinta dall’altro. La socialità, a cui l’essere umano è condannato, è fonte di risorse e nello stesso tempo di stress, insidie e pericoli: i nemici non vengono soltanto da fuori, possono nascere anche da dentro. È per questo che gli esseri umani ricercano sfere di intimità in cui rifugiarsi. Ma l’intimità, a sua volta, può essere una trappola mortale, un luogo che attira e da cui occorre rifuggire. In questo dibattersi tra socialità e intimità, tra esterno e interno, tra scambio e appropriazione, possiamo intravedere uno dei significati dell’abitare umano, oscillante tra il sostare “qui” e l’andare “altrove”.
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May 25, 2014 • 1h 6min

Alain Caillé | Dal dono al convivialismo (o l’arte del vivere assieme: con-vivere) | Dialoghi di Pistoia 2014

Da più di trent’anni La Revue du M.A.U.S.S. (Movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali) sviluppa quello che definisce un “paradigma del dono”, seguendo il famoso Saggio sul dono di Marcel Mauss, in cui ritiene vadano cercati non soltanto i fondamenti possibili di una scienza sociale in generale (filosofia morale e politica compresa), ma anche le basi di un’alternativa ideologica al neoliberismo. Davanti a una tale ambizione, molti reagiranno con scetticismo. Ma una cosa è certa: non avremo nessuna possibilità di vincere il capitalismo finanziario e speculativo – che è il principale responsabile delle crisi economiche, sociali, ambientali e morali che stiamo vivendo – se non sapremo prospettare un altro modo di pensare e di abitare il nostro mondo. Una possibilità ce la offre la pubblicazione fatta in Francia dal M.A.U.S.S. un anno fa di un Manifesto convivialista, firmato da 64 intellettuali di fama mondiale che rappresentano correnti di pensiero e di azione molto diversificate. Traduzione Marina Astrologo.
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May 25, 2014 • 49min

Luca Serianni | Quando l’italiano è diventato una lingua condivisa da tutti? | Dialoghi di Pistoia 2014

Sulla lingua italiana hanno avuto corso due opposte e false convinzioni. Da una parte, sulla scia del patriottismo risorgimentale e della sua spinta unitaria, si sono trascurate la ricchezza e la varietà del patrimonio dialettale e dell'uso del dialetto nella comunicazione quotidiana. Dall'altra, si è ridotto l'italiano a lingua della ristrettissima élite dei letterati, mentre la ricerca dell'ultimo ventennio ha portato alla luce indizi che modificano radicalmente il quadro. Dall'italiano come lingua delle scritture diplomatiche all'ingente mole delle scritture popolari, soprattutto epistolari, fino alle testimonianze di un parlato condiviso, o almeno compreso dalle masse illetterate, in particolare ad opera della Chiesa cattolica. Luca Serianni, uno dei più importanti linguisti e filologi italiani, ci propone un'affascinante analisi storica di cosa significhi per un popolo condividere una lingua e quale sia stato il percorso di questa condivisione linguistica.
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May 25, 2014 • 1h 43min

Roberto Vecchioni, Marco Aime | Il mestiere di condividere musica e parole | Dialoghi di Pistoia 2014

Di parole Roberto Vecchioni ne ha sempre condivise molte, con il suo pubblico di cantautore e con il pubblico, forse ancora più numeroso, dei suoi studenti di liceo e poi dell'università, ai quali ha insegnato ad apprezzare i classici greci e latini. In questa sua doppia veste, di cantante e professore, Vecchioni ha saputo forgiare un linguaggio accattivante, con toni che si fanno a volte teneri, a volte struggenti e in qualche caso graffianti. I due mestieri hanno finito poi per intrecciarsi, e non poteva forse che essere così: non a caso Vecchioni ai suoi ragazzi, e ai più giovani in particolare, ha dedicato molte bellissime canzoni. Un incontro anche musicale, che proporrà alcune canzoni di uno dei più creativi e intensi cantautori italiani (accompagnato dal chitarrista Massimo Germini) per raccontare il suo percorso a zig zag tra musica, parole e scuola.
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May 25, 2014 • 52min

Chiara Saraceno | Il welfare come bene comune? | Dialoghi di Pistoia 2014

Il welfare non è solo una spesa improduttiva. Al contrario è, o può essere, uno strumento di investimento sociale e umano. Per questo sarebbe opportuno (ri)pensarlo nell’ottica dei beni comuni, da un lato rafforzando la dimensione di cittadinanza equa, dall’altro sviluppando un’idea di pubblico che non coincida esclusivamente con statale. Il welfare come responsabilità anche dei cittadini, non solo come onesti contribuenti, ma come attivi partecipanti alla sua costruzione. Si tratta sì di valorizzare le forme tradizionali del volontariato e del Terzo settore, ma anche di sviluppare una concezione e una pratica di cittadinanza attiva. La partecipazione si realizza sia sul piano politico e sindacale, sia nella co-costruzione e manutenzione di servizi, nell’auto-mutuo aiuto, nella circolazione di competenze. Questa partecipazione non può certo sostituire il welfare garantito dallo Stato, ma può integrarlo sul piano  pratico e dell’ideazione, facendo circolare e mettendo in comune risorse umane e materiali.
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May 25, 2014 • 52min

Laura Bosio | Eyes wide open: guardare, vedere e condividere con gli altri | Dialoghi di Pistoia 2014

Eyes wide open è un’espressione inglese, “a occhi completamente aperti”, che rimanda a qualcosa di meno visibile: alla piena consapevolezza che deriva dal guardare dandosi conto di ciò che si vede, accorgendosi degli altri e dell’altro. È possibile la condivisione senza questi occhi ben aperti? Senza questa forma di attenzione, questo modo di essere che porta a interrogare di continuo ciò che accade davanti e intorno a sé? Laura Bosio ha rivolto lo sguardo alla tradizione letteraria, poetica, spirituale, e le risposte che ha “visto” sono più sfaccettate e ampie di quanto l’evidenza lascerebbe immaginare. Gli occhi attraverso cui si guarda sono quelli di Pessoa, di Saba, di Angela da Foligno e di María Zambrano, del Buddha e di al-Ghazâlî, della Szymborska, che divide con noi la «cortesia dei non vedenti», e di Baudelaire che, dopo aver guardato in una finestra chiusa la vita che vive, che sogna, che soffre, osserva: «quando mi corico sono fiero di aver vissuto e sofferto in altri diversi da me».  
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May 25, 2014 • 57min

Derrick de Kerckhove | Condivisione, trasparenza e appropriazione: le tre facce della rete | Dialoghi di Pistoia 2014

La rete è condivisione: è la sua natura. Attraverso mezzi sempre nuovi ci permette di condividere informazioni, opinioni, emozioni, conoscenza, memoria, intelligenza e anche la nostra identità. Da questa condivisione derivano così tanti benefici sociali e personali che si può pensare a un fenomeno di civilizzazione, più ancora che tecnologico. Condividendo i nostri dati personali, le attività e persino la posizione geografica, diveniamo però trasparenti, ma a volte più per gli altri che per noi stessi. Infatti non abbiamo accesso a tutto ciò che si sa su di noi, il cosiddetto “inconscio digitale” (ossia le informazioni che si trovano online su di noi e che non sappiamo). Dunque la trasparenza online, se ben gestita, è un bene o no? Il problema è che in questa epoca di transizione non c’è simmetria tra l’utente e la rete: il “Big Data” permette infatti alle imprese e al governo di appropriarsi dei nostri dati. Come trovare quindi un equilibrio sociale e psicologico in tutta questa trasparenza? 
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May 24, 2014 • 40min

Remo Bodei | Un mondo condiviso, un’utopia? | Dialoghi di Pistoia 2014

Una sorta di lotteria naturale ha distribuito i doni della terra (fertilità, acqua potabile, ricchezze minerarie) in maniera casuale rispetto agli abitanti di determinate zone. Ci sono quelli più fortunati che li posseggono e se ne appropriano e quelli meno fortunati che ne sono privi o dotati in scarsa misura. Popoli e individui hanno da sempre combattuto per la loro sopravvivenza e per il controllo delle risorse. Ma con quale diritto l’uomo abita la terra e sfrutta i suoi doni in maniera esclusiva, come popolo, impresa industriale o individuo? L’essere stati più favoriti dal caso autorizza la disponibilità totale delle risorse? Oppure, tolto il frutto del proprio lavoro, tutto il resto costituisce una forma di appropriazione indebita e andrebbe ridistribuita? E come? Si tratta per ora di un’utopia, ma il problema è inaggirabile ed è destinato a riproporsi quanto più cresce la popolazione del pianeta e quanto più intensi diventano i fenomeni migratori dalle zone più povere a quelle più fortunate.
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May 24, 2014 • 48min

Matteo Aria, Adriano Favole | La condivisione non è un dono! | Dialoghi di Pistoia 2014

Matteo Aria, esperto di economia, e Adriano Favole, esperto di antropologia, parlano della condivisione come alternativa al dono e al mercato. Esplorano l'importanza della condivisione nella società moderna e avvertono sul rischio di un’utilizzazione retorica. Analizzano la reciprocità, la costruzione dei legami sociali e il valore della condivisione nelle piccole comunità e nella società.

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