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Dialoghi di Pistoia | Lezioni e conferenze

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May 29, 2016 • 1h 6min

Antonella Sbrilli | Sguardi dell’arte sul gioco | Dialoghi di Pistoia 2016

Arte e gioco sono in dialogo da sempre, dalle imprese figurate del Rinascimento agli enigmi verbo-visivi del Novecento; dai dipinti con altalene, girotondi e aquiloni, alle giostre inquiete proposte di recente nei musei; dai quadri di maschere del Settecento ai travestimenti e alle simulazioni attuali. Il gioco – con le sue regole – può essere matrice dell’opera d’arte così come l’arte può trasportare – come il gioco – in realtà separate, dove valgono l’immedesimazione, il piacere e la sfida. In questo percorso la storica dell’arte Antonella Sbrilli prende avvio dalla serie di opere Medici Slot-machine dell’artista statunitense Joseph Cornell: piccole scatole azionabili che accostano due mondi, la Firenze medicea e le macchinette delle sale da gioco americane, avvicinando alto e basso, infanzia ed età adulta, creazione e fortuna. E prosegue per grandi esempi nel mondo dell’arte, fra passato e presente.
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May 28, 2016 • 54min

Alberto Nocentini | Fra etimologia ed enigmistica: alla ricerca delle basi ludiche della linguistica | Dialoghi di Pistoia 2016

Agli esordi della linguistica troviamo due attività principali di carattere pratico: l’invenzione della scrittura e la ricerca etimologica. L’invenzione della scrittura si fonda sul procedimento del rebus, per mezzo del quale la scrittura si evolve dalla pittografia all’ideografia e successivamente al sillabario e all’alfabeto, grazie anche ad altri procedimenti ludici, l’omonimia e l’acronimia. Dell’omonimia si serve ampiamente anche l’etimologia per dare una motivazione ai nomi più rilevanti a cominciare dai nomi propri. Sull’omonimia e sul doppio senso si fonda l’enigma, che non è altro che un messaggio criptico, in cui il significato apparente nasconde il significato autentico. Vera e propria crittografia è il latercolo o quadrato magico, un gioco enigmistico di origine antichissima: ne esamineremo un esempio famoso, proveniente da Pompei, cercando di scoprirne la chiave.
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May 28, 2016 • 51min

Davide Zoletto | Il gioco dell’ospitalità | Dialoghi di Pistoia 2016

Volgere l’attenzione ad alcuni luoghi e momenti nei quali si gioca negli spazi pubblici in Italia, oggi può permetterci di accedere a un osservatorio inedito a partire dal quale scoprire alcune dinamiche in corso in contesti sempre più eterogenei come sono quelli del nostro paese. I luoghi e i tempi del gioco possono, in questo senso, mostrarci purtroppo ancora oggi a volte vecchie e nuove forme di esclusione. Ma, in altri casi, essi possono farci scoprire inattese occasioni di incontro, nelle quali il giocare può diventare spazio condiviso di espressione, nonché occasione quotidiana per prendersi cura insieme di luoghi e beni comuni. Parchi, campi sportivi, cortili scolastici possono diventare stimolanti contesti educativi in cui si possono sperimentare nuove appartenenze comuni, indipendentemente dalle provenienze e dai pregiudizi reciproci.
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May 28, 2016 • 1h 2min

Eva Cantarella | Le Olimpiadi e i giochi nell’antichità | Dialoghi di Pistoia 2016

Tornare indietro di alcuni millenni e ripensare ai giochi nel mondo greco non è solo una curiosità erudita. Oltre un secolo di studi sociologici e antropologici ci hanno insegnato che il gioco è un momento fondamentale nella cultura di una comunità. Ripercorrere la storia dei giochi “formalizzati” nella vita dei nostri più lontani antenati europei, fra cui anche giochi olimpici – di cui fra pochi mesi si celebrerà la 31° edizione moderna – consente dunque di indagare alcuni aspetti tutt’altro che secondari della nostra storia. E induce a interrogarsi su quanto di quella cultura abbiamo, nel bene e nel male ereditato, e quanto ce ne siamo invece discostati. Più specificamente: qual era l’etica sociale che stava alla base dei giochi antichi? Quali i settori della vita nei quali le relazioni interindividuali erano affidate alla soluzione dei giochi (per lo più, ma non esclusivamente competitivi)? E qual era il significato e il valore della vittoria?
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May 28, 2016 • 47min

Stefano Bartezzaghi | Il gioco: “un’insopprimibile esigenza dell'uomo” | Dialoghi di Pistoia 2016

Un tempo era ancora possibile pensare che il gioco fosse qualcosa di perfettamente separato dalla “realtà”. Nel corso del Novecento quel confine così netto è diventato più difficile da tracciare e nel XXI secolo il gioco è ormai perfettamente penetrato nei nostri strumenti di lavoro e di uso quotidiano, come computer e smartphone. Inoltre temiamo che ludopatie ed effetti perversi di giochi sin troppo realistici entrino nella non giocosa “realtà”, a procurare danni inediti. È il “ludico”: una dimensione instabile e pervasiva che ci impone di rivedere le categorie istituite da maestri come Johan Huizinga, Roger Caillois e Umberto Eco. Quest’ultimo ha dichiarato che il gioco è (assieme a nutrimento, riposo, affetto e “chiedersi perché”) uno dei cinque bisogni fondamentali dell’uomo. Dal dado alla consolle e agli emoticon, vediamo come non si possa non dargli ragione.
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May 28, 2016 • 47min

Marco Aime | Giocare in borsa: azzardo e stregoneria a Wall Street | Dialoghi di Pistoia 2016

Perché si dice giocare in borsa? Una riflessione, forse un po’ ironica, ma non troppo, sulle sorprendenti analogie che ricorrono tra il mondo della finanza, che ormai pervade il nostro modello economico e condiziona il nostro immaginario, il gioco e le credenze di stregoneria di popolazioni che spesso reputiamo (a torto) primitive. In tutti i casi ci si trova a confrontarsi con forze non controllabili dall’individuo coinvolto, spesso si pensa di ottenere grandi vantaggi utilizzando strumenti che sono al di fuori di quelli quotidianamente usati e del nostro controllo. Ma cosa spinge ad azioni spesso così irrazionali? Occorre credere ciecamente tanto in Wall Street e nel Nazdaq quanto allo stregone per frequentarli. Per non parlare delle analogie fra “giocare in borsa” e il gioco d’azzardo, purtroppo sempre più diffuso nella società contemporanea: il brivido del rischio, il colpo fortunato che può cambiare la nostra vita, sono spesso il motore di scelte incontrollabili e imponderabili.
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May 28, 2016 • 47min

Christian Bromberger | Il calcio come “gioco profondo” e denso di significati | Dialoghi di Pistoia 2016

Se il calcio è oggetto di un’infatuazione pressoché universale, non è soltanto in virtù delle sue qualità drammatiche ed estetiche, ma anche perché rispecchia in modo coerente il mondo contemporaneo proponendone una brutale caricatura. Per giungere al successo, sul campo di calcio come nella vita, occorre infatti conciliare meriti individuali, solidarietà collettiva, fortuna, un minimo di furfanteria – saper trattenere un avversario per la maglia quando occorre – e il favore della giustizia, quella dell’arbitro. Inoltre questo sport di squadra supporta l’affermazione delle identità collettive, degli antagonismi locali, regionali e nazionali. Gettando un ponte fra il singolare e l’universale, questo “gioco profondo” (si riferisce a Deep play, titolo di un noto saggio di Clifford Geertz) incarna dunque i valori generali che plasmano la nostra epoca, ma anche le identità, reali e immaginarie, delle collettività che si affrontano. Traduzione Marina Astrologo.
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May 28, 2016 • 32min

Alessandro Piperno | I giochi vertiginosi di Vladimir Nabokov | Dialoghi di Pistoia 2016

I primi due romanzi significativi di Nabokov prendono spunto, sin dal titolo, dal gioco degli scacchi: La difesa di Lužin e Re, donna, fante. Il nome di Lužin, ci spiega Nabokov nella prefazione, “rima con illusion”. Come a dire che il legame tra gioco e illusione è talmente stretto da essere proverbiale. Un’idea che, nella sua cocciuta coerenza artistica, non ripudierà mai, neppure nei grandi romanzi della maturità scritti in un inglese tanto espressivo quanto giocoso e artefatto. Del resto, come sanno i bambini e i campioni di biliardo, il gioco, forse per via di regole assurde e indiscutibili, comporta abnegazione ieratica e precisione algebrica. Il gioco è una cosa seria. Quando chiesero a Nabokov perché avesse scritto Lolita, la sua risposta fu: “Mi piace comporre enigmi con soluzioni eleganti”. L’intento di Alessandro Piperno è di verificarlo in uno dei suoi capolavori.
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May 28, 2016 • 47min

Matteo Rampin | Quando il gioco si fa duro: lo sport, la mente, la fatica | Dialoghi di Pistoia 2016

Quali sono i rapporti tra mente e corpo negli sport sia di squadra sia individuali, nei giochi e anche nelle sfide della vita di tutti i giorni? Ansia da prestazione, voglia di vincere, paura di perdere sono solo alcuni degli stress a cui la nostra mente è sottoposta nei momenti del gioco competitivo e dello sport. La stanchezza, le idee negative, le paure, combattono una lotta totalmente interiore, ma estenuante, contro la disciplina e il controllo. Lo stress da competizione è dunque un’esperienza che tutti gli sportivi e i giocatori hanno provato. La fatica e la paura di fallire sono una realtà a cui non si può sfuggire, a cui bisogna prepararsi fisicamente e anche mentalmente, perché il successo è sempre una questione di testa, e non una questione meramente fisica. Matteo Rampin, psicoterapeuta e consulente di atleti e team sportivi illustra le strategie da mettere in atto per una vittoria autentica: quella sulle proprie paure e insicurezze.
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May 28, 2016 • 58min

Dario Maestripieri | L’evoluzione del gioco nelle scimmie e negli esseri umani | Dialoghi di Pistoia 2016

Lo studio del gioco negli animali ha dimostrato che questo comportamento può non avere delle funzioni specifiche, oppure può facilitare lo sviluppo della percezione sensoriale, delle attività motorie, delle competenze sociali e di quelle cognitive. Ad esempio nelle giovani scimmie una funzione del gioco è l’acquisizione di competenze che saranno utili da grandi nelle attività di caccia, nell’evitare i predatori, nel combattere con i membri della propria specie, nel corteggiamento sessuale o nelle attività parentali. Il gioco può infatti aiutare a sviluppare relazioni sociali con tipi particolari di individui che avranno un ruolo importante nella vita adulta. Alcune funzioni del gioco nelle scimmie si possono applicare anche alla specie umana, si osservano infatti similitudini, ma da cosa dipendono queste affinità? I codici del nostro comportamento sono il frutto di milioni di anni di evoluzione, come ci spiega Dario Maestripieri.

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