Cosa significa “cultura”? Chi è a produrla, chi può goderne, chi la distrugge e chi ne è escluso?
Rifuggendo dalla retorica e dai proclami salvifici, è giusto chiedersi in quale misura la cultura riesca a intervenire nelle situazioni di degrado sociale (miseria, ignoranza, emarginazione, galera) creando una diversa consapevolezza e l’apertura di nuove possibilità per chi non ne ha avute o ha mancato quelle che gli si presentavano. Ad esempio, la scuola nel carcere: serve davvero? Cambia la vita e le prospettive dei detenuti che la frequentano? In che modo le sue stesse difficoltà e i modi per superarle possono servire a formare una classe di insegnanti pronta a raccogliere le sfide della scuola “normale”?
Albinati prova a ragionare sul senso di “fare lezione” in una situazione di emergenza: che è poi quella dell’intera scuola italiana.