Dialoghi di Pistoia | Lezioni e conferenze

A cura del festival di antropologia del contemporaneo
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May 28, 2010 • 47min

Mariella Berra, Riccardo Luna | Internet: tra nuove identità e solitudine | Dialoghi di Pistoia 2010

Internet è la protagonista della silenziosa rivoluzione scientifica e sociale che sta continuamente trasformando il nostro modo di comunicare, comportarci, vivere e produrre. Accanto alla crescita di forme di autoattivazione dell’individuo, di creatività e socialità collettiva, di sviluppo di pratiche di cooperazione e di inclusione, aumentano anche i rischi di superficialità, perdita di memoria storica e del senso del reale, che possono alimentare nuove forme di isolamento digitale e sociale. I temi della ambivalenza nell’uso di Internet e dei social networks, il dilemma fra socializzazione o solitudine, verranno considerati con riferimento ad alcune importanti ricerche.
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May 28, 2010 • 47min

Marco Aime | Dalla tribù a Internet. L’antropologia oggi | Dialoghi di Pistoia 2010

Cosa significa fare antropologia oggi? Non solo andare a frugare in quegli angoli di mondo che Claude Lévi-Strauss chiamava “pattumiere della storia”, ma anche interrogarsi sui flussi e sui movimenti culturali, che percorrono l’intero pianeta, attraversando anche la nostra società. L’antropologia, pur utilizzando la sua tradizionale cassetta degli attrezzi, affronta con sguardi nuovi tematiche attuali in cui i noi e gli altri sono sempre meno definiti e distinti, tentando di fornire nuove chiavi di lettura, sempre più dinamiche, delle società contemporanee, grazie alle quali temi come identità, appartenenza, tradizione, assumono un aspetto più fluido e legato alla storia.
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May 28, 2010 • 47min

Gustavo Zagrebelsky | Democrazia e identità dell’individuo | Dialoghi di Pistoia 2010

Zagrebelsky propone un dialogo celeberrimo sulla posizione degli esseri umani rispetto al potere che li governa: quello tra il Cristo e il Grande Inquisitore, sulla libertà e il servaggio, che occupa il capitolo centrale de I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij. Solo l’Inquisitore parla e il Cristo assiste silente, un silenzio interrogante e penetrante. Il Cristo è venuto a liberare gli uomini: la libertà come il dono più grande. L’Inquisitore viene per liberare l’umanità dalla libertà. Rivendica d’essere il vero benefattore, perché la libertà è una maledizione, un dono avvelenato. Esitiamo a prendere posizione tra i due. Il sorprendente finale apre a domande teologiche, antropologiche e politiche, alle quali non si può sfuggire. Lì è il punto focale e da lì si può partire per ragionare su come non farsi schiacciare nella morsa, tra l’implacabile argomentare dell’Inquisitore e il silenzio del Cristo.

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