Macro

Il Sole 24 Ore
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Oct 9, 2025 • 30min

La legge italiana sull’AI e le sfide globali

L’America innova, la Cina copia e l’Europa regolamenta: è ancora così? In un contesto di grande competizione per la corsa alle nuove tecnologie, dal 10 ottobre entra in vigore la prima legge italiana sull’intelligenza artificiale. La nuova norma ribadisce alcuni principi fondamentali già affermati dall’AI Act europeo e disciplina in modo nuovo i deepfake. Ne parliamo con Marco Bassini, avvocato, docente universitario ed esperto di diritto e intelligenza artificiale. (Ha collaborato Massimo De Laurentiis)
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Oct 8, 2025 • 24min

L’effetto Trump e la svolta di Netanyahu

Mentre continuano i negoziati di pace per Gaza in Egitto, in questa puntata di Macro cerchiamo di capire che cosa succede in Medio Oriente a partire dal rapporto tra il presidente americano e il premier israeliano. Che cosa nasconde il doppio fondo delle relazioni tra i due leader? Come sono cambiate nel tempo e qual è la percezione di Trump nei Paesi arabi? Ne parliamo con Alissa Pavia, direttrice associata del programma Nord Africa dell’Atlantic Council ed esperta di Medio Oriente.
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Oct 7, 2025 • 24min

Il valore economico della pace

Che cos’è una economia di guerra? Che cosa insegna la storia su questo tema, il rapporto tra guerra ed economia? Gli aspetti economici e finanziari sono più presenti e/o decisivi nel conflitto mediorientale o in quello russo-ucraino? Le sanzioni funzionano? L’Europa si riarma: necessità o anche opportunità per l’economia? Qual è il valore economico della pace? In questa puntata di Macro approfondiamo questi argomenti con Andrea Bignami, caporedattore Economia di SkyTg24, conduttore di SkyTgEconomia e autore, assieme a Paolo Balduzzi, del volume “Il prezzo della guerra” (paesi edizioni).
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Oct 6, 2025 • 13min

Trump e lo shutdown: clava o boomerang?

Seconda settimana di shutdown negli Stati Uniti, con centinaia di migliaia di dipendenti federali a casa senza stipendio. Qual è la strategia di Trump? E quanto costerà tutto questo agli americani? Da New York l’analisi di Luca Veronese
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Oct 3, 2025 • 29min

Gaza made in Trump: il tempo stringe

Il piano annunciato da Donald Trump per Gaza è la mossa più ambiziosa - e controversa - della fase attuale del conflitto in Medio Oriente. Presentato accanto al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, propone un cessate il fuoco a determinate condizioni: tra le altre, Hamas dovrebbe liberare tutti gli ostaggi, deporre le armi e rinunciare al controllo della Striscia, che verrebbe affidata a un governo tecnico palestinese sotto la supervisione di un “board of peace” presieduto dallo stesso Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha anche stabilito una scadenza di “tre o quattro giorni” per la risposta di Hamas. “Sarà una fine molto triste” se il gruppo rifiutasse l’accordo, ha detto. L’iniziativa, accolta con favore da molti leader europei e mediorientali, arriva mentre la guerra è entrata nel terzo anno e l’offensiva israeliana ha diviso Gaza in due, spingendo centinaia di migliaia di persone alla fuga. A Gaza City molti civili non hanno più vie di uscita, mentre le autorità israeliane minacciano di considerare “terroristi o sostenitori del terrorismo” coloro che restano. Le condizioni umanitarie sono disastrose: ospedali al collasso, mancanza d’acqua, epidemie in crescita. Sul fronte politico, Hamas sta valutando la proposta ma denuncia un piano “sbilanciato” e “costruito sugli interessi israeliani”. Dal canto suo, Washington promette sostegno totale a Israele se il movimento islamista dovesse rifiutare, mentre parte della comunità internazionale teme che il progetto possa diventare il preludio di una nuova escalation. Il piano di Trump appare dunque come un crocevia: per alcuni l’unica via possibile verso la pace, per altri l’ennesima imposizione destinata a fallire sul campo. Ne discutono a Macro Anna Momigliano, giornalista e autrice del libro “Fondato sulla sabbia. Un viaggio nel futuro di Israele” (2025, Garzanti), e Lorenzo Kamel, Professore ordinario di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università di Torino e adjunct professor di Storia del Mediterraneo alla Luiss di Roma
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Oct 2, 2025 • 23min

I segreti della guerra segreta

Che cos’è la guerra ibrida? Come ci si difende da droni, cyber attack e atti di sabotaggio? Come agiscono nell’ombra servizi segreti, soldati occulti e crimine organizzato? L’Europa sta prendendo, proprio in queste ore, le giuste contromisure? Oggi ne parliamo a Macro con Antonio Talia, giornalista e saggista, autore dei volumi “La stagione delle spie. Indagine sugli agenti russi in Italia” e “Duello. Caccia globale al boss dei narcos calabresi”.
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Oct 1, 2025 • 22min

Il piano Trump per Gaza: svolta o illusione?

Donald Trump ha presentato un piano per il futuro di Gaza: ricostruzione, smilitarizzazione, promesse di aiuti miliardari e persino l’ipotesi di uno Stato palestinese. Ma tra ambiguità, interessi contrapposti e diffidenze reciproche, la domanda è inevitabile: svolta storica o nuova illusione? L’analisi di Ugo Tramballi da Gerusalemme
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Sep 30, 2025 • 25min

L’Europa deve imparare a difendersi da sola?

In un clima di tensione crescente, i leader europei si incontreranno l’1 ottobre per un vertice informale in Danimarca, dove si sono verificati diversi incidenti con droni non identificati negli ultimi giorni. Oltre all’Ucraina, si parlerà di Difesa. Cosa deve fare l’Ue per riuscire ad essere autonoma, soprattutto dal punto di vista militare, dato la possibilità di un disimpegno da parte degli Stati Uniti nella Nato? E che ruolo può avere l’Italia? Ne parliamo con Antonio Missiroli, ex consigliere alla Commissione europea e Segretario generale aggiunto della Nato.
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Sep 29, 2025 • 20min

Moldavia: perché la vittoria del Pas è cruciale per l’Europa

Alle elezioni legislative in Moldavia il Pas, partito della presidente Maia Sandu, conquista oltre il 50% dei voti e consolida la spinta verso Bruxelles. Ma i blocchi filo-russi restano forti e Mosca non smette di fare pressione, tra disinformazione e ingerenze. Quale il futuro si prospetta adesso per la Moldavia? Quali conseguenze possono avere queste elezioni per l’Europa e per l’Ucraina che combatte a pochi chilometri di distanza? Ne parliamo con Roberto Da Rin, collega della redazione economia e politica internazionale
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Sep 26, 2025 • 30min

Ci serve ancora l’Onu?

Ottant’anni dopo la loro fondazione, le Nazioni Unite celebrano il loro anniversario in uno dei momenti di crisi più profondi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le parole pronunciate da Donald Trump all’Assemblea generale – «l’Onu è irrilevante, incapace di fermare le guerre e ormai ridotta a scrivere lettere vuote» – hanno riacceso il dibattito sul futuro dell’organizzazione. Mentre in Ucraina si combatte ancora, Gaza vive il ventitreesimo mese di un conflitto devastante e in Sudan l’instabilità è fuori controllo, l’Onu appare sempre più come uno spettatore impotente, incapace di imporre regole, mediazioni o soluzioni efficaci. Può ancora giocare un ruolo centrale nella governance globale o è ormai destinato a un lento declino, come la Società delle Nazioni nel periodo tra le due guerre mondiali? In un mondo dove il diritto internazionale arretra, ha ancora senso mantenere in vita un’architettura multilaterale nata nel 1945 o è forse giunto il momento di immaginare qualcosa di radicalmente diverso? Ne discutono a Macro Alessia Melcangi, professoressa associata di Geopolitica e Storia del Mediterraneo e Medio Oriente all’Università “La Sapienza” di Roma, Francesco Mancini, docente di governance globale, analisi dei conflitti e negoziazione alla National University di Singapore, e Daniele Bellasio, vicedirettore del Sole 24 Ore.

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