

Stories
Cecilia Sala – Chora Media
Spesso sono proprio le storie a spiegare nel modo migliore l’attualità e la realtà che ci circonda. E il mondo ne è pieno.In "Stories" andiamo alla ricerca di queste storie insieme a Cecilia Sala, che ci racconterà gli Esteri attraverso i suoi protagonisti, alcuni molto famosi, altri ancora da scoprire.“Stories” non rimarrà in una stanza, vi porterà in trasferta con Cecilia per scoprire sul campo quello che succede nel mondo: i contesti, le crisi e le buone notizie."Stories" è un podcast di Chora News prodotto da Chora MediaE' scritto da Cecilia SalaLa cura editoriale è di Francesca MilanoIn redazione Simone PieranniLa sigla e la supervisione del suono e della musica sono di Luca MicheliLa post produzione e il montaggio sono di Daniele Marinello, Cosma Castellucci e Filippo MainardiLa producer è Martina ConteMusiche addizionali su licenza di Universal Music Publishing Ricordi Srl e di Machiavelli Music
Episodes
Mentioned books

Nov 30, 2022 • 9min
Ep.212: I veti di Viktor Orbán, i voti di Giorgia Meloni
Oggi Viktor Orbán festeggia. Con la “diplomazia dei veti” ha ottenuto l’ok della Commissione Europea al suo Pnrr, il suo piano di spese e di riforme presentato per avere i soldi che servono a riprendersi dalla pandemia. L’Ungheria ha dovuto attendere più di tutti il via libera dalla Commissione: è stato un negoziato molto lungo, complicato dal declino democratico del paese, ma alla fine Orbán ha ottenuto i sei miliardi che voleva. La trattativa ha a che fare con il potere di veto in Europa, che dà facoltà a ogni Paese di tenere in ostaggio tutti noi su alcune decisioni che non si possono rimandare. Ma è una partita ancora tutta aperta, un gioco di scambi che assomiglia molto agli scacchi e che prevede ancora un voto da parte dei paesi della Ue. Ognuno farà la propria mossa. E vedremo anche quale sarà la mossa di Giorgia Meloni, se a favore di Budapest o di Bruxelles.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Ue, Orban: "Sulle sanzioni al momento non c'e' nessun accordo”, Il Sole 24 ore, 30 maggio 2022; Hungary’s recovery and resilience plan and on the application of the Rule of Law conditionality regulation, Eps Eu, 30 novembre 2022 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 29, 2022 • 12min
Ep.211: Oggi si gioca Iran-Stati Uniti
Non capita mai che degli iraniani che rappresentano ufficialmente la propria nazione incontrino degli americani a loro volta in veste di rappresentanti ufficiali del proprio paese. Stasera capiterà in una partita di calcio del mondiale in Qatar: la nazionale iraniana gioca contro quella degli Stati Uniti in un match storico. Ovviamente hanno già cominciato a litigare. Del resto i rapporti diplomatici tra i due paesi sono interrotti dal 1979 e da allora ad oggi secondo alcuni sono ancora a un punto morto, secondo altri sono “in coma” (che per quanto suoni male implica una speranza). Secondo altri ancora: “Gli Stati Uniti stanno entrando in una nuova era di scontro diretto con l'Iran”.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: account Twitter Yoav Zehavi, 19 novembre 2022; Anti Shah demonstrations in streets of Teheran, Ap, 30 luglio 2015; The Iranian revolution, Abc News, 12 marzo 2015. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 28, 2022 • 9min
Ep.210: I cinesi stanno protestando contro il Partito
Da Shanghai a Pechino, da Wuhan a Chengdu: nel weekend i cinesi sono scesi in strada per protestare. Ma questa volta non si sono limitati a contestare la politica “Zero Covid” del governo: questa volta hanno contestato direttamente il Partito comunista e la leadership di Xi Jinping. La protesta di questo fine settimana si spinge parecchio più in là di quelle che abbiamo visto nel corso degli ultimi mesi. Da “meno tamponi, più cibo” – è arrivata a pronunciare frasi inaudite, tipo: “Xi Jinping, dimettiti”. E con i cartelli A4 bianchi hanno anche protestato contro la censura del Partito. Ora quello che si aspetta è vedere quale sarà la risposta del governo. Per ora sembra che il copione del Partito comunista sia sempre lo stesso: dire che le proteste sono ispirate da potenze straniere. Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: account Twitter Simina Mistrenao, 27 novembre 2022; China: Protests break out in Xinjiang following fatal high-rise fire under lockdown, The Guardian, 26 novembre 2022; China: Shoppers flee as health authorities attempt to lock down IKEA amid zero-Covid policy, The Telegraph, 15 agosto 2022 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 25, 2022 • 10min
Ep.209 La bromance Macron-McKinsey
Il presidente francese Emmanuel Macron è indagato per i suoi rapporti con la McKinsey, The Firm, un’azienda di consulenza con una grande reputazione a livello mondiale nel “risolvere” i problemi. McKinsey lavora con gli amministratori delegati ma anche con ministri e capi di stato e spesso le società che chiedono il suo aiuto sono partecipate pubbliche. Per fare un esempio, Alitalia aveva chiesto aiuto a McKinsey. In Francia invece, dopo anni di consigli molto ben pagati, la giustizia francese ha messo insieme un po' di cose e ha aperto due inchieste sul ruolo della McKinsey nelle campagne elettorali di Macron del 2012 e del 2017. E sui favori che The Firm avrebbe avuto dall’Eliseo. In realtà i legami tra Macron e McKinsey risalgono al 2008, ma nel tempo sono continuati: nel solo periodo 2018-2021, McKinsey ha ottenuto circa 40 incarichi dal governo per cifre comprese tra 28 e 50 milioni di euro.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: How McKinsey Became One Of The Most Powerful Companies In The World, Cnbc, 6 giugno 2009; Affaire McKinsey : la justice enquête sur les comptes de campagne d'Emmanuel Macron, France 24, 26 novembre 2022 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 24, 2022 • 10min
Ep.208: “Il giovane” del piano segreto di Putin per avere la Moldavia al buio, dopo l'Ucraina
Ilan Shor ha 35 anni, è nato a Tel Aviv, in Israele. Ha fondato un partito ed è diventato un parlamentare moldavo. Ma non vive in Moldavia, vive in Israele, perché se mette piede in Moldavia lo arrestano. È famoso per due cose: ha rubato un miliardo di dollari al sistema bancario moldavo e sua moglie è Jasmin, il nome d’arte di una cantante pop russa famosa che è stata premiata da Putin in persona. Ed è lui “il giovane” di un piano segreto dei servizi russi: da stato satellite di Mosca, la Moldavia da due anni ha una presidente europeista, Maria Sandu. E “il giovane” è l’organizzatore di manifestazioni contro il governo per il caro bollette: la Moldavia infatti è al buio, perché per il 30% della sua energia dipende dall’Ucraina (al buio) e per il 70% dalla Russia che non gliela vuole dare. In pratica: quelli che hanno creato il rincaro delle bollette sono gli stessi che protestano contro il caro-bollette.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Moldavia, in migliaia in piazza con Maia Sandu, Canale YouTube Il Sole 24 ore, 6 dicembre 2020; “Eravamo amici dei russi, vivevamo bene”, canale YouTube Ziarul de Garda, 19 settembre 2022 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 23, 2022 • 8min
Ep.207: La nuova capitale della ribellione in Iran
Nel nord ovest dell’Iran, nel Kurdistan iraniano, c’è una guerra in corso. A Piranshahr, una piccola città, c’è un massacro in corso: le truppe iraniane sparano dalla strada dentro le case, colpendo le finestre degli appartamenti in cui sanno – o credono – che vivano gli organizzatori della protesta. Mahsa Amini era curda, veniva da queste zone e quando è stata presa dalla polizia religiosa nella fermata della metro era in vacanza a Teheran con i suoi genitori. Quando è morta in ospedale mentre era ancora in custodia era il 16 settembre. Iniziano le proteste in tutto il paese e i vertici della Repubblica islamica fanno subito una cosa: schierano degli aerei caccia, degli aerei da guerra in kurdistan. Il messaggio è chiaro: nel resto del paese non ce lo possiamo permettere, ma con le minoranze, contro la vostra minoranza, siamo pronti da subito alla guerra.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: account Twitter Hillel Neuer, 21 novembre 2022; account Instagram popular.front, 21 novembre 2022; account Instagram Berishalmahsi, 20 novembre 2022; account Instagram MiddleEastImage, 21 novembre 2022; account Twitter Shahram Mouselchi, 20 novembre 2022; account Twitter Jason Brodsky, 9 novembre 2022; account Twitter Ehsan Safarnejad, 19 novembre 2022; account Twitter Iranworkers, 20 novembre 2022; account Twitter 1500tasvir, 20 novembre 2022 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 22, 2022 • 9min
Ep.206: Messi ha un problema (oggi due) con i sauditi
Oggi l’Argentina ha perso la prima partita dei Mondiali in Qatar contro l’Arabia Saudita, 1-2. Il calciatore più forte del mondo – Lionel Messi – ha perso. E proprio Messi è al centro di un caso, con l’Arabia Saudita. Per l’organizzazione dei mondiali del 2030 sono in lizza alcuni paesi: da un lato ci sono Arabia Saudita, Egitto e Grecia, dall’altro ci sono Argentina e Uruguay. I promotori latino americani si erano detti certi di una cosa:“Messi - avevano detto - sarà sicuramente il portabandiera del nostro Mondiale”. Solo che poi Messi ha firmato un accordo, ricchissimo, proprio con l’Arabia Saudita. È un accordo legato al famosissimo progetto “Visione 2030” dei sauditi ed è legato alla promozione loro nuovo super stadio e del turismo in genere. Messi quindi finirà per favorire l’Arabia Saudita e il suo tentativo di “ripulirsi la faccia”, anche grazie ai Mondiali. Un po’ come il Qatar.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Argentina-Arabia highlights, canale YouTube Hmidane, 22 novembre 2022; Lionel Messi gets mobbed in Saudi Arabia, canale YouTube SportingDuude, 13 novembre 2012; Messi e Turki Al-Sheikh, canale YouTube Turki Alalshich, 15 novembre 2019; account Twitter AliAlhmed, 23 maggio 2020 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 21, 2022 • 10min
Ep.205: Una sparizione di tifosi, due presidenti vanitosi e il Qatar
I qatarioti hanno aspettato 12 anni e hanno speso 200 miliardi di dollari per avere i propri mondiali. Soldi in gran parte spesi per la costruzione di stadi, nati dal nulla e che hanno causato la morte di almeno 6500 operai. E dallo stadio dove si è svolta la cerimonia e poi la partita inaugurale, a un certo punto, sono andati via gran parte dei tifosi. È che tornare a casa da questi stadi in mezzo al deserto, se non si è molto ricchi, può diventare piuttosto complicato. Che l’edizione dei mondiali di calcio in Qatar fosse particolare lo si sapeva da tempo: si gioca d’inverno, con temperature caldissime, in un paese che discrimina le persone Lgbtq+ e dove solo il 10% della popolazione è nata in Qatar. E per vincere l’assegnazione della competizione gli emiri del Qatar hanno dovuto aspettare una cena, all’Eliseo, a Parigi.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Qatar wins 2022 world Cup bid, canale YouTube Team Qatar, 1 marzo 2011; A Doha, premier discours public de Nicolas Sarkozy depuis l’élection, Le Monde, 11 dicembre 2012 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 18, 2022 • 12min
Ep.204: La morte di uno youtuber collaborazionista
Kirill Stremousov ha avuto una vita piuttosto varia: ha iniziato come produttore di mangime per i pesci, poi ha fondato una specie di agenzia di stampa che con l’informazione non c’entrava niente. Dopo un viaggio negli Stati Uniti è affascinato da QAnon: torna in Ucraina e fonda una specie di setta religiosa. Diventato famoso per un video nel quale fa roteare la figlia di quattro mesi, la nuova vita di Stremousov da attivista, santone e ovviamente no vax non poteva che piacere ai russi. Diventa così il volto più noto dei collaborazionisti ucraini a Kherson, anzi diventa il portavoce dei russi a Kherson. Solo che il 9 novembre, a 45 anni, muore in un incidente stradale al quale non crede nessuno: il volto dell'occupazione russa a Kherson è morto poche ore prima dell'annuncio del fallimento russo a Kherson.Gli inserti audio di questa puntato sono tratti da: account Twitter Francis Scarr, 18 ottobre 2022; account Tik Tok Jon Verete; Outrage as sick dad swings baby around his head like a ragdoll and claims he can ‘hear her bones popping’, The Sun, 21 settembre 2017, account Instagram di Kirill Stremousov Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Nov 17, 2022 • 14min
Ep.203: Una base perfetta tra il mare e le dune
C'è una lingua di terra sottile: percorrendo una linea retta sul mare si arriva sulla costa ovest della Crimea, quella dove c'è la città più importante, cioè Sebastopoli, e la sede della flotta russa del Mar Nero. Ed è qui a Ochakiv (controllata da Kyiv), di fronte alla striscia di terra di Kinburn (controllata dai russi) – in questo punto così strategico e importante per le prossime mosse della guerra – che gli ucraini, con l'aiuto degli americani e quasi due milioni di sterline degli inglesi, hanno costruito una base perfetta che proteggono bene da sguardi indiscreti. Compreso il mio. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices


