Chi ci guadagna con il riarmo. La Bosnia Erzegovina è ancora spaccata.
Mar 5, 2025
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Francesco Vignarca, esperto in politiche di difesa e coordinatore della Rete italiana Pace e Disarmo, e Nicole Corritore, giornalista specializzata in politica balcanica, discutono le attuali sfide della sicurezza europea. Analizzano l'enorme piano di riarmo presentato dalla Commissione europea e l'interazione con le politiche economiche. Inoltre, approfondiscono la condanna di Milorad Dodik in Bosnia Erzegovina e le tensioni politiche che ne derivano, sottolineando le possibili conseguenze per la stabilità della regione.
L'Europa sta mobilitando 800 miliardi di euro per la difesa, sottraendo risorse fondamentali per il sostegno sociale e economico.
Il riarmo attuale arricchisce l'industria militare, ma non crea realmente una sicurezza duratura o soluzioni pacifiche.
Deep dives
L'aumento della spesa per la difesa in Europa
L'Europa sta affrontando un significativo incremento della spesa per la difesa, con un piano europeo, Riarm Europe, che potrebbe mobilitare 800 miliardi di euro. Questa strategia è stata motivata dalla necessità di rispondere all'invasione russa dell'Ucraina e di assumere maggiori responsabilità per la sicurezza continentale. Il coordinatore delle campagne della rete italiana pace e disarmo ha sottolineato che questa somma verrà finanziata attraverso risorse pubbliche, sottraendo fondi destinati a investimenti sociali ed economici nelle aree più svantaggiate d'Europa. Questo cambiamento potrebbe avere conseguenze negative per le comunità vulnerabili, poiché i fondi necessari per il sostegno sociale verranno deviati verso l'industria delle armi.
Profitti e rischi dell'industria militare
L'industria delle armi sta beneficiando enormemente dall'aumento delle spese militari, con i ricavi delle 100 maggiori aziende militari mondiali che hanno raggiunto circa 600 miliardi di dollari. Negli ultimi anni, la percentuale della spesa militare europea dedicata all'acquisto di nuove armi è aumentata dal 18% al 32%, dimostrando una crescente dipendenza dalle aziende produttrici di armamenti. Tuttavia, si evidenzia che riarmarsi non porta alla creazione di nuove forze sicure, ma piuttosto arricchisce l'industria militare, che trae profitto dall'allocazione di fondi pubblici. Questo scenario alimenta un ciclo in cui i soldi pubblici vengono utilizzati per finanziare la produzione di armi anziché per migliorare le condizioni sociali e la sicurezza reale.
Critiche alla retorica militare e proposte di pace
Il dibattito attuale sulle spese militari mette in evidenza un errore fondamentale nel considerare le minacce alla sicurezza come puramente militari. Si sostiene che investire in cooperazione, diplomazia e pace potrebbe essere una risposta più efficace alle problematiche che affronta l'Europa. La retorica militare, che ha dimostrato di fallire nel garantire sicurezza nei conflitti recenti, porta invece a un aumento della violenza e delle vittime civili. Viene espressa la necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui l'Europa affronta le sue sfide di sicurezza, promuovendo un futuro condiviso piuttosto che inseguendo un riarmo che non ha mai portato stabilità.
Ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato il piano europeo per la difesa, che potrebbe mobilitare in totale 800 miliardi di euro. Con Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete italiana Pace e Disarmo.
Il 26 febbraio Milorad Dodik, presidente dell’entità serba della Bosnia Erzegovina, è stato condannato a un anno di prigione e a sei anni d’interdizione dai pubblici uffici. Con Nicole Corritore, giornalista di Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa.
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Consulenza editoriale di Chiara Nielsen Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone Musiche di Tommaso Colliva e Raffaele Scogna Direzione creativa di Jonathan Zenti
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