Richard Sennett | Rompere le regole per vivere in una città aperta e plurale | Dialoghi di Pistoia 2018
May 27, 2018
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Richard Sennett, sociologo e scrittore americano, discute della necessità di rompere le regole delle città chiuse per creare spazi urbani inclusivi. Sottolinea l'importanza della modestia e della diversità nell'interazione sociale. Parla della sfida della pianificazione urbana in Cina e come ristrutturazioni, come quella a Delhi, possano trasformare gli ambienti. Racconta anche un aneddoto di tolleranza, enfatizzando il ruolo delle città nella promozione della coesistenza e affronta le sfide del cambiamento climatico sulle aree urbane.
Richard Sennett sottolinea l'importanza di progettare città aperte che promuovano interazioni sociali per favorire la diversità e l'inclusione.
L'autore propone che le infrastrutture urbane dovrebbero essere flessibili e adattabili, affrontando le sfide del cambiamento climatico in modo innovativo.
Deep dives
Il Progetto Urbanistico e le Città Aperte
L'autore discute della sua esperienza trentennale come consulente per le Nazioni Unite, focalizzandosi su come la progettazione urbana possa migliorare le città. Sottolinea l'importanza di creare città aperte, in contrasto con i modelli di città chiuse che sono stati importati nel mondo in via di sviluppo. Le città aperte sono caratterizzate dalla mescolanza sociale e dalla facilità di interazione tra diverse comunità. Questo approccio cerca di superare le pratiche urbanistiche occidentali che spesso hanno esacerbato le disuguaglianze nelle aree urbane in espansione.
Differenza tra Città Aperte e Città Chiuse
Il concetto di città aperta viene confrontato con quello di città chiusa, utilizzando un'analisi scientifica come metafora. Le città chiuse sono paragonate a esperimenti scientifici che cercano risposte chiare e definitive, mentre le città aperte promuovono complessità e domande nuove. Questa distinzione permette di riflettere su come le scelte progettuali influenzino la vita urbana e la coesione sociale. I modelli chiusi tendono a segregare le comunità e limitare le interazioni, mentre i modelli aperti favoriscono la vivacità e la diversità.
Esempi di Progettazione Urbana
Vengono presentati esempi pratici di progettazione urbana in diverse città, tra cui Delhi e Pechino. A Delhi, un progetto ha trasformato un'area un tempo dedicata a parcheggi e uffici in un vivace spazio di mercato che accoglie diverse culture e classi sociali. In contrasto, un complesso residenziale a Pechino, descritto come rigidamente progettato per ospitare lavoratori con un passaporto cittadino, ha contribuito a problemi sociali e disfunzionali. L'autore evidenzia come spazi più aperti e dinamici possano portare a comunità più sostenibili e inclusivi.
Affrontare il Cambiamento Climatico con Città Aperte
La discussione si estende al cambiamento climatico e al suo impatto sulle città. L'autore propone un approccio di adattamento piuttosto che uno di mitigazione, suggerendo che le città dovrebbero essere progettate per affrontare le incertezze future. Questo implica l'uso di infrastrutture più flessibili e adattabili, che possano rispondere a eventi climatici estremi piuttosto che creare barriere rigide. L'obiettivo finale è progettare città che non solo resistano ai cambiamenti, ma che siano anche in grado di prosperare in un clima in evoluzione.
La scommessa per vivere, abitare e costruire in un altro modo le città è quella di rompere le regole della città chiusa e segregata. Questo modello di città irreggimentata e sottoposta a un controllo antidemocratico ha conquistato dal Nord il Sud del nostro pianeta e i suoi agglomerati urbani, in una mostruosa espansione. Oggi che la maggior parte della popolazione mondiale abita in città, il cambiamento e la sfida sono rappresentati dalla “città aperta”, dove i cittadini possono mettere in gioco attivamente le proprie differenze e creare un’interazione virtuosa con le forme urbane. Per costruire e abitare questa città, occorre praticare un certo tipo di modestia: vivere uno tra molti, coinvolto in un mondo che non rispecchia soltanto se stesso. Come afferma il grande architetto Robert Venturi, “vivere uno tra molti permette la ricchezza di significati, anziché la chiarezza di significato”. Questa è l’etica della città aperta secondo Sennett.
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