Ottant’anni dopo la loro fondazione, le Nazioni Unite celebrano il loro anniversario in uno dei momenti di crisi più profondi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le parole pronunciate da Donald Trump all’Assemblea generale – «l’Onu è irrilevante, incapace di fermare le guerre e ormai ridotta a scrivere lettere vuote» – hanno riacceso il dibattito sul futuro dell’organizzazione. Mentre in Ucraina si combatte ancora, Gaza vive il ventitreesimo mese di un conflitto devastante e in Sudan l’instabilità è fuori controllo, l’Onu appare sempre più come uno spettatore impotente, incapace di imporre regole, mediazioni o soluzioni efficaci. Può ancora giocare un ruolo centrale nella governance globale o è ormai destinato a un lento declino, come la Società delle Nazioni nel periodo tra le due guerre mondiali? In un mondo dove il diritto internazionale arretra, ha ancora senso mantenere in vita un’architettura multilaterale nata nel 1945 o è forse giunto il momento di immaginare qualcosa di radicalmente diverso? Ne discutono a Macro Alessia Melcangi, professoressa associata di Geopolitica e Storia del Mediterraneo e Medio Oriente all’Università “La Sapienza” di Roma, Francesco Mancini, docente di governance globale, analisi dei conflitti e negoziazione alla National University di Singapore, e Daniele Bellasio, vicedirettore del Sole 24 Ore.


