Ep. Speciale - Perché le Borse asiatiche sono crollate
Aug 5, 2024
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Guido Brera, esperto nel settore finanziario, analizza il recente crollo delle borse asiatiche, evocando ricordi del disastro del 1987. Esplora come i trader, i fondi tradizionali e gli algoritmi abbiano influenzato il mercato. Parla delle preoccupazioni per la recessione e la stagflazione negli Stati Uniti, e del divario crescente tra profitti aziendali e potere d'acquisto dei lavoratori. Viene discusso anche l'impatto delle politiche delle banche centrali sulle crisi finanziarie globali.
Il crollo delle borse asiatiche è stato alimentato dalle scommesse speculative dei day trader, con la complicità dei fondi tradizionali e algoritmi.
Le tensioni geopolitiche e l'inflazione stagnante sono fattori chiave che creano fragilità nei mercati globali interconnessi, aumentando i rischi economici.
Deep dives
Crollo delle borse asiatiche
Il crollo delle borse asiatiche, in particolare dell'indice Nikkei che ha perso oltre il 12%, è stato causato da un insieme di fattori. Tra questi, vi sono le scommesse rischiose di day trader che, incentivati da sussidi statali, hanno investito in modo speculativo, insieme ai fondi tradizionali che hanno sfruttato i tassi di interesse prossimi allo zero in Giappone. Inoltre, i fondi algoritmici hanno contribuito all'aumento del rischio di mercato, seguendo le tendenze degli investimenti degli altri gruppi, creando un ciclo di eccesso di volatilità. Tali dinamiche hanno portato a un improvviso deleveraging, in cui tutti e tre i gruppi hanno cercato di ridurre le loro posizioni accumulate nel corso degli anni.
Rischio di stagflazione
L'emergere di preoccupazioni riguardo alla stagflazione, un periodo caratterizzato da alta inflazione e crescita economica stagnante, è diventato centrale nel dibattito economico. L'espansione fiscale degli Stati Uniti, che ha comportato l'accumulo di un enorme debito, ha alimentato l'inflazione, mentre le difficoltà nel mantenere una crescita sostenuta generano un clima di incertezza. Le tensioni geopolitiche e il cambio dei paradigmi economici, come il near-shoring, contribuiscono a frizioni inflattive che sembrano destinate a perdurare. Di conseguenza, si crea una fragilità nei mercati, poiché la possibilità di inflazione combinata a una recessione pone gravi rischi per l'economia.
Interconnessione dei mercati
La crisi finanziaria attuale evidenzia l'elevata interconnessione dei mercati globali, dove piccoli cambiamenti possono avere ripercussioni enormi. Le decisioni delle banche centrali e le politiche di indebitamento influenzano non solo le economie nazionali, ma hanno effetti a catena su scala globale. Casi come la reazione dei fondi sistematici all'abbassamento della volatilità dimostrano come l'eccesso di capitale può generare comportamenti speculativi pericolosi. In questa rete complessa, le crisi possono manifestarsi in modi imprevisti, portando a risposte reattive da parte degli investitori e delle istituzioni, rendendo difficile la gestione della stabilità economica.
Le borse asiatiche sono crollate, richiamando alla memoria il disastro del 1987. Di conseguenza tutto il mondo finanziario è stato scosso: qual è il ruolo dei trader, dei fondi tradizionali e degli algoritmi in questa ennesima crisi finanziaria? E quali sono le conseguenze possibili di questo tonfo? Lo spiega Guido Brera in questo episodio speciale.