

Massimo Cecchini "Anni in testacoda"
Jun 11, 2025
21:29
Massimo Cecchini
"Anni in testacoda"
Fallone Editore
https://falloneeditore.com/
Anni in testacoda di Massimo Cecchini è un poemetto legato alla memoria e alla meditazione sul vissuto, nel quale il linguaggio si fa speculare alla vita. Un’analisi introspettiva tradotta in versi e portata avanti gestalticamente, una sorta di consuntivo parziale in cui spiccano la misura, la cadenza meditata, il tono riflessivo tradotto in relazioni antifrastiche: stato verso stato, cosa verso cosa. Cecchini in quest’opera si discosta dalla scrittura giornalistica e decide di attraversare i temi del tempo che si sgretola e delle parole che si spezzano, del viaggio come corpo del mondo e del corpo che si fa vettore dell’aver amato anche le imperfezioni.
Massimo Cecchini è nato a Teramo nel 1961. Si è laureato in Lettere Moderne a Firenze, curando bibliografie di storia medievale e storia dell’arte presso le maggiori biblioteche fiorentine.
Divenuto giornalista, ha lavorato per La Nazione, Il Centro e l’Ansa prima di fare a lungo l’inviato per La Gazzetta dello Sport, collaborando anche con radio, tv e periodici stranieri. Attualmente collabora con Il Messaggero, il sito Cronache Letterarie e la newsletter Scomodi Contrasti.
È docente di Giornalismo presso la Luiss e l’Università Marconi. È autore del romanzo Il Bambino (Neri Pozza), nel 2023 candidato al Premio Strega e finalista al Premio Cesari. È curatore di una nuova collana di narrativa edita da Diarkos (Gruppo Rusconi).
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
"Anni in testacoda"
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Anni in testacoda di Massimo Cecchini è un poemetto legato alla memoria e alla meditazione sul vissuto, nel quale il linguaggio si fa speculare alla vita. Un’analisi introspettiva tradotta in versi e portata avanti gestalticamente, una sorta di consuntivo parziale in cui spiccano la misura, la cadenza meditata, il tono riflessivo tradotto in relazioni antifrastiche: stato verso stato, cosa verso cosa. Cecchini in quest’opera si discosta dalla scrittura giornalistica e decide di attraversare i temi del tempo che si sgretola e delle parole che si spezzano, del viaggio come corpo del mondo e del corpo che si fa vettore dell’aver amato anche le imperfezioni.
Massimo Cecchini è nato a Teramo nel 1961. Si è laureato in Lettere Moderne a Firenze, curando bibliografie di storia medievale e storia dell’arte presso le maggiori biblioteche fiorentine.
Divenuto giornalista, ha lavorato per La Nazione, Il Centro e l’Ansa prima di fare a lungo l’inviato per La Gazzetta dello Sport, collaborando anche con radio, tv e periodici stranieri. Attualmente collabora con Il Messaggero, il sito Cronache Letterarie e la newsletter Scomodi Contrasti.
È docente di Giornalismo presso la Luiss e l’Università Marconi. È autore del romanzo Il Bambino (Neri Pozza), nel 2023 candidato al Premio Strega e finalista al Premio Cesari. È curatore di una nuova collana di narrativa edita da Diarkos (Gruppo Rusconi).
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