Ad aprile, Donald Trump annuncia dazi del 20% contro l’Unione Europea, scatenando il panico sui mercati internazionali. Ignorando la reazione delle borse, rilancia con toni provocatori e minacce, spingendosi fino a ipotizzare tariffe del 50%. Una breve tregua di 90 giorni sembra aprire uno spiraglio, ma viene rapidamente infranta da nuove decisioni unilaterali. Alla fine, i dazi vengono fissati al 30% dal primo di agosto, senza alcuna vera negoziazione. L’UE, colpita ma prudente, sceglie di non reagire con contromisure immediate. Ma perché? Ne parlo con Walter Galbiati.
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