

Alessandra Leva "Quello che mi ha detto il diavolo"
Jul 27, 2025
17:04
Alessandra Leva
"Quello che mi ha detto il diavolo"
L'estate del nostro coraggio
effequ edizioni
www.effequ.it
Lo scopo di un nome collettivo è quello di denotare un insieme di individui dando, appunto, un senso di collettività. Tante api rendono il nome di ‘sciame’, un gruppo di pecore viene chiamato ‘gregge’ e un insieme di persone viene definito ‘folla’. Non c’è però nessun nome collettivo per denotare un gruppo di soli bambini. Noi eravamo otto, nati e cresciuti nella stessa via e, in questo caso, avremmo potuto prendere il nome di ‘tripudio di bambini’. Ma quell’estate avrebbero anche potuto definirci come un ‘macello di bambini’.
Estate 2004. Alberto ha dieci anni e vive con la sorella Rachele e la nonna in una strada protetta dal bosco e dal lago, senza i genitori. Nella stessa via abitano sei bambini: il gruppetto gioca sempre insieme. Le cose cambiano quando nel ‘loro’ bosco sul lago vengono trovati i corpi di due giovani, e si inizia a parlare di sette, di diavoli e di strani rituali. Convinto di aver subìto una maledizione il gruppo, capeggiato da Luca, inizia a sottoporsi a una serie di prove di coraggio sempre più pericolose, fino a che tutto non sfugge loro, fatalmente, di mano. Sarà lo stesso Alberto, una volta cresciuto, a rompere il silenzio e tornare a raccontare di quell’estate maledetta. Scritto con la delicatezza di un rimorso, il romanzo d’esordio di Alessandra Leva indaga le zone d’ombra, il male annidato nella mente dei bambini, il momento esatto in cui l’innocenza si perde. ** Questo è il romanzo selezionato dalla Call Under 25 proposta nell'estate 2024.
Alessandra Leva (Varese, 2002) ha studiato al corso Academy della scuola Holden; ha poi proseguito gli studi con un master in editoria.
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it
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Lo scopo di un nome collettivo è quello di denotare un insieme di individui dando, appunto, un senso di collettività. Tante api rendono il nome di ‘sciame’, un gruppo di pecore viene chiamato ‘gregge’ e un insieme di persone viene definito ‘folla’. Non c’è però nessun nome collettivo per denotare un gruppo di soli bambini. Noi eravamo otto, nati e cresciuti nella stessa via e, in questo caso, avremmo potuto prendere il nome di ‘tripudio di bambini’. Ma quell’estate avrebbero anche potuto definirci come un ‘macello di bambini’.
Estate 2004. Alberto ha dieci anni e vive con la sorella Rachele e la nonna in una strada protetta dal bosco e dal lago, senza i genitori. Nella stessa via abitano sei bambini: il gruppetto gioca sempre insieme. Le cose cambiano quando nel ‘loro’ bosco sul lago vengono trovati i corpi di due giovani, e si inizia a parlare di sette, di diavoli e di strani rituali. Convinto di aver subìto una maledizione il gruppo, capeggiato da Luca, inizia a sottoporsi a una serie di prove di coraggio sempre più pericolose, fino a che tutto non sfugge loro, fatalmente, di mano. Sarà lo stesso Alberto, una volta cresciuto, a rompere il silenzio e tornare a raccontare di quell’estate maledetta. Scritto con la delicatezza di un rimorso, il romanzo d’esordio di Alessandra Leva indaga le zone d’ombra, il male annidato nella mente dei bambini, il momento esatto in cui l’innocenza si perde. ** Questo è il romanzo selezionato dalla Call Under 25 proposta nell'estate 2024.
Alessandra Leva (Varese, 2002) ha studiato al corso Academy della scuola Holden; ha poi proseguito gli studi con un master in editoria.
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