Aaron Swartz è un simbolo del movimento per le libertà digitali. Autore del “Guerilla Open Access Manifesto”, co-estensore delle licenze Creative Commons, sostenitore della condivisione delle conoscenze oltre i più stringenti vincoli del copyright e i pedaggi imposti dalle banche dati, Aaron ha pagato la sua militanza con la vita. Si è suicidato nel gennaio 2013, neanche trentenne, mentre un tribunale americano era sul punto di infliggergli una condanna pesantissima, a diversi anni di detenzione, per aver scaricato milioni di articoli scientifici da JSTOR, database del Massachusetts Institute of Technology. Nelle battaglie di Swartz sembrano riecheggiare le antiche parole dei contadini ribelli che, nella Germania della Riforma protestante, insorgevano contro ogni autorità al grido di “Omnia sunt communia!”, “Tutto è di tutti!”.