

Gli Antifa, la Banda del Martello, e un dibattito italiano.
La settimana scorsa a Budapest è iniziato un processo.
Gli imputati fanno parte di un gruppo di picchiatori noti e ricercati anche in Germania. Si tratta di picchiatori antifascisti. Tra gli imputati c'è una giovane donna italiana. E questo in Italia ha scatenato un dibattito: non sul crimine di cui sono accusati, non sulla legittimità di gruppi di picchiatori di andare a caccia delle loro vittime in giro per l'Europa, ma sulla liberazione dell'imputata dal regime carcerario ungherese, e magari sul suo rimpatrio in Italia.
Il processo che è iniziato a Budapest è un procedimento molto serio. E le vicende cui fa riferimento sono serissime.
Tuttavia, in Italia, ci si sta accapigliando sui dettagli sbagliati, per le ragioni sbagliate e forse con un'attenzione eccessiva verso la persona sbagliata.
La storia che porta a questo processo va raccontata tutta.
Prima pero´, una nota di biasimo per i media italiani.
Anche i giornali austriaci e tedeschi stanno riportando la notizia del processo in corso, così come un anno fa avevano coperto gli eventi che ne sono all'origine. Tuttavia, lo fanno secondo i codici dell'informazione e la prassi del giornalismo di questi paesi: gli imputati sono citati solo con il nome proprio e la prima lettera del cognome, e non vengono pubblicati i loro ritratti. Questo a tutela della loro privacy e dignità.
In Italia, invece, nomi e cognomi sono pubblicati in bella vista, spesso accompagnati da un'esposizione quasi morbosa dell'imputata italiana - che si chiama Ilaria - in manette e catene. Non solo, anche funzionari e poliziotti in aula sono riconoscibili, mentre sarebbe prassi, in caso di reati politici, offuscarne i volti per proteggerli da rappresaglie.
Questi dettagli fanno ancora la differenza.
Un giorno di febbraio 2023.
La storia, dunque. Facciamo un salto indietro di un anno esatto.
Il Giorno dell'Onore, in tedesco "der Tag der Ehre", in ungherese “A tisztelet napja”, è uno dei tanti fenomeni di rigurgito neonazista emersi dopo il crollo del sistema sovietico.
Dal 1997, estremisti di destra di tutta Europa si riuniscono ogni anno a Budapest per commemorare l'ultima battaglia in cui le unità tedesche della Wehrmacht, insieme a squadre di SS e truppe ausiliarie ungheresi, tentarono di uscire dall'accerchiamento dell'Armata Rossa intorno a Budapest nel febbraio 1945. Una battaglia sanguinosa e rovinosa combattuta tra i boschi e le alture che circondano la città.
Le scene che si vedono da anni in questi raduni, inclusi partecipanti travestiti da SS, sono senza dubbio disgustose. Le trovate su Youtube. Un raduno come questo sarebbe proibito sia in Germania che in Austria, che hanno legislazioni molto simili su simboli, linguaggio e raduni di stampo neonazista. I partecipanti sarebbero tutti denunciati e perseguiti penalmente
Budapest per molti anni è stata, anche dal punto di vista logistico, il luogo più adatto per dare sfogo alle proprie nostalgie naziste. E infatti attira ogni anno più partecipanti, nonché un numero sempre maggiore di contro-dimostranti della scena di estrema sinistra.
Motivo per cui l'anno scorso, 2023, il Comune di Budapest aveva proibito il raduno per ragioni di ordine pubblico, senza però riuscire a impedire che si svolgesse tra i boschi sulle colline della città. L´undici febbraio 2023 si svolge dunque il raduno non autorizzato, circondato da una serie di proteste.
La Banda del martello.
La novità però è l'arrivo dalla Germania, già nei giorni precedenti, di membri della famigerata Hammerbande (Banda del Martello), una banda di picchiatori estremisti di sinistra con base a Lipsia in Sassonia. Il loro scopo è dare la caccia agli estremisti di destra in giro per l'Europa. Un derby paneuropeo.
Il marchio di fabbrica della banda è il martello, appunto. Martelli di vario tipo sono stati utilizzati anche in numerose rapine fatte dalla banda in Germania per finanziarsi. Oltre al martello, il loro armamentario comprende il manganello telescopico, la pistola al peperoncino per stordire le vittime e guanti pesanti.
Nei giorni attorno all'undici febbraio convergono a Budapest sia i neonazisti che gli Antifa, incluso il gruppo della Hammerbande. Quando i neonazisti dai boschi scendono in città, comincia la caccia agli estremisti di destra.
Un video di uno di questi attacchi, insieme ad altre denunce, è all'origine degli arresti e del processo che oggi si svolge a Budapest. Le immagini sono violente, ma disponibili (via consenso) su Youtube.
Il video mostra alcune persone che si avvicinano furtivamente a un uomo e lo picchiano brutalmente, a calci e pugni. Lo colpiscono anche più volte alla testa con una mazza. L'uomo aggredito è Zoltán T., un lavoratore dei trasporti di Budapest che scende da un autobus per andare all'ufficio postale. Gli aggressori lo avevano seguito senza farsi notare e quando si avvicina alle Poste lo aggrediscono. La telecamera di sorveglianza riprende tutta la scena, incluso il gruppetto che, compiuto l'agguato, si dà alla fuga gridando "Fottuti nazisti!".
L'approccio ricorda un attacco avvenuto a Erfurt (Turingia) il 12 gennaio 2023, quando diversi radicali di sinistra hanno attaccato due giovani neonazisti. Erano armati di un'ascia, di un bastone e di spray al peperoncino. Anche in questo caso hanno colpito alla testa, e entrambe le vittime sono rimaste gravemente ferite. Il gruppo in questione è proprio quello della Hammerbande: la loro leader, una ventottenne studentessa tedesca, Lina E. e tre dei suoi complici sono stati condannati in Germania a cinque anni e tre mesi di carcere nel giugno 2023.
Per la liberazione di Lina E. hanno manifestato più volte sia gli autonomi di Berlino che gli anarchici italiani, quindi il nome potrebbe tornarvi a memoria.
Torniamo a Budapest. L'attacco ripreso in video non è stato l'unico. Secondo la polizia ungherese, gli autori hanno inseguito altre vittime, sempre attorno alle fermate dei mezzi pubblici. Le vittime sarebbero state prese di mira perché indossavano abiti o stivali di tipo militare. In un attacco furono feriti due uomini e una donna polacchi. Sono stati attaccati anche un gruppo di ungheresi e un gruppo di tedeschi.
Gli estremisti identificati subito dopo sono stati diciassette: quattordici sono riusciti a fuggire dall'Ungheria e sono tuttora oggetto di una caccia all'uomo internazionale. Nomi e foto segnaletiche sono state pubblicate un anno fa anche dalla Bild; si tratta di dieci tedeschi, due italiani, un albanese e un siriano. Sono tuttora ricercati.
Tre invece furono gli arrestati: l'italiana Ilaria, appunto, e i tedeschi Tobias E. e Anne M.
A processo.
La prima seduta del processo è iniziata il 28 gennaio, quasi un anno dopo i fatti del Giorno dell'Onore. Il ventinovenne Tobias, nella cui auto è stato trovato l'armamentario usato negli attacchi, si è dichiarato subito colpevole ed è stato condannato in primo grado a tre anni di carcere.
"Mi scuso con il tribunale e con l'ufficio del pubblico ministero. Riconosco la mia colpa e rinuncio ai diritti che mi spettano nel procedimento", questa la dichiarazione dell'imputato riportata dal quotidiano ungherese "Blikk".
L'italiana Ilaria e la coimputata tedesca Anne M., una ventiseienne tedesca, hanno invece negato le accuse e si proclamano innocenti.
Per Anne, la procura ungherese chiede tre anni di carcere per appartenenza ad organizzazione criminale. Per Ilaria, invece, la richiesta è di undici anni perché include anche le lesioni personali aggravate.
Picchiatori di destra e di sinistra: due pesi e due misure?
Mentre in Italia si discute, esponendole, di catene e di celle invivibili, in Ungheria, Austria e Germania ci si interroga su un aspetto più sostanziale: esistono due pesi e due misure da parte delle autorità ungheresi quando si tratta di crimini di estrema destra e di estrema sinistra.
Qualche giorno fa, il quotidiano austriaco Der Standard sosteneva che
“Nell'Ungheria governata dalla destra, la polizia e la procura trattano i reati di destra e di sinistra in modo diverso. Se gli estremisti di destra picchiano antifascisti veri o presunti, spesso vengono accusati e condannati solo per aggressione e teppismo. L'accusa di appartenenza a un'organizzazione criminale, invece, è sollevata molto più spesso nei procedimenti contro gli estremisti di sinistra.”
“L'anno scorso, dopo i fatti dell'undici febbraio, la polizia di Budapest tenne una pomposa conferenza stampa sugli atti di violenza degli estremisti di sinistra internazionali. Nello stesso periodo, gli estremisti di destra ungheresi hanno picchiato cinque passanti, scambiandoli per antifascisti. Due degli aggrediti finirono ricoverati in ospedale. Per questo incidente, solo un breve comunicato stampa da parte della polizia ungherese.”
(L´articolo completo: Der Standard, 29.01.2024)
Le bande di picchiatori, anche no.
Mi fermo. E rifletto. La maestra italiana, nel far valere il suo sacrosanto diritto alla difesa e a un trattamento equo, oltre a chiarire il senso delle immagini che ritraggono l'attacco a un uomo a terra, in cui sembrerebbe direttamente coinvolta, farebbe bene anche a chiarire i termini della sua adesione o vicinanza agli Hammerbande.
La Gang del Martello è un'organizzazione criminale secondo il diritto tedesco, il cui leader attuale è ricercato con mandato internazionale. Non ho titoli per entrare nei dettagli giuridici, ma come cittadina mi augurerei almeno una dichiarazione di dissociazione da parte sua.
Nel 2024 non possiamo tollerare sulle nostre strade né bande di neonazisti, né picchiatori antifa, né militanti amici di Hamas, né suprematisti bianchi, e chi più ne ha più ne metta tra i nemici delle nostre democrazie.
Me le immaginate, le nostre strade, piene di squadre armate che decidono, a volte a caso, chi punire e chi no? Qui in Germania, per questa cosa, abbiamo un nome evocatico: WEIMAR. E sappiamo come andò a finire.
Mi auguro che Ilaria possa difendersi con dignità, se possibile discolparsi, o con dignità ammettere il reato.
E per tutto il resto - le condizioni carcerarie, le procedure di infrazione in materia di cittadinanza, diritto e sistema giudiziario - basta documentarsi un po' per vedere che Italia e Ungheria sono un po' sulla stessa barca: tra i paesi con il più alto tasso di affollamento delle carceri da anni, e da anni tra i paesi con più procedimenti di infrazione aperti. (In fondo al post una serie di link)
Bene che si discuta di queste cose. Ma anche guardandosi allo specchio, no?
Fonti e link suggeriti:
Carcere e infrazioni diritto europeo
* https://www.prison-insider.com/countryprofile/prisons-hungary
* https://helsinki.hu/en/hungarian-prison-population-reaches-a-33-year-high/
* https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2023/741374/IPOL_STU(2023)741374_EN.pdf
Quanto è radicale il movimento Antifa?
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