Ospite Bruno Neri, professore all'Università di Pisa ed esperto di stati di coscienza, discute delle similitudini tra meditazione e psichedelici. Condivide risultati di studi condotti con monaci tibetani, evidenziando come la meditazione concentrativa e analitica influenzano l'attività cerebrale. Esplora anche il legame tra meditazione tantrica e la percezione della morte, sottolineando l'importanza di un dialogo tra scienza e spiritualità. Infine, analizza come la meditazione possa generare biofotoni, aprendo nuove frontiere di ricerca.
Bruno Neri esplora come la meditazione avanzata possa indurre stati alterati di coscienza simili a quelli dei psichedelici, rivelando analogie significative.
Il confronto tra meditazione concentrativa e psichedelici mette in luce il potenziale di entrambe le pratiche per ridurre la paura della morte e promuovere il benessere.
Deep dives
Il percorso di Bruno Mari
Bruno Mari, ingegnere all'Università di Pisa, ha intrapreso un viaggio personale verso la comprensione della coscienza e degli stati alterati attraverso la meditazione e il buddismo. Dopo aver trovato ispirazione in un romanzo da giovane, ha incontrato importanti figure del buddismo tibetano e ha sviluppato un interesse per le pratiche meditative. La sua interazione con le comunità buddiste ha portato a collaborazioni tra l'Università di Pisa e istituzioni tibetane, ampliando la sua comprensione della spiritualità e della scienza. Attraverso il suo lavoro, Mari cerca di integrare la sua formazione di ingegnere con approfondimenti sulla meditazione e la coscienza, ponendo domande su come queste pratiche possano influenzare la mente e il corpo umano.
La vita nei monasteri tibetani
Bruno descrive la vita nei monasteri tibetani come un ambiente altamente strutturato e organizzato, misto a pratiche di formazione accademica. Gli studenti monaci iniziano il loro percorso di studio a circa 17 anni e possono dedicarsi per 19 anni prima di ottenere il titolo di Geshe, paragonabile a un dottorato occidentale. Durante questo periodo, i monaci partecipano a dibattiti e studi rigorosi, senza fare meditazione formale fino a quando non hanno acquisito una solida base di conoscenze logiche e filosofiche. Le importanti norme di vita comunitaria, le pratiche di meditazione e le responsabilità quotidiane contribuiscono a formare una vita dedicata alla crescita personale e spirituale.
Le pratiche meditative e i loro effetti
Mari esamina i diversi approcci di meditazione, in particolare la meditazione concentrativa e quella analitica, ciascuna con scopi e tecniche differenziate. La meditazione concentrativa coinvolge la focalizzazione su un oggetto per calmare la mente e ridurre il chiacchiericcio interno, mentre la meditazione analitica implica una fase preparatoria seguita da un’analisi logica di temi fondamentali. Attraverso la ricerca scientifica, Mari ha osservato cambiamenti significativi nei tracciati neuronali dei meditatori esperti, specialmente durante la meditazione concentrativa, suggerendo un forte impatto della meditazione sulla funzionalità cerebrale. I risultati preliminari indicano che le pratiche meditative possono promuovere uno stato di coscienza alterato, evidenziando la connessione tra mente e cambiamenti neurologici.
Analoghe esperienze tra meditazione e stati alterati
Mari analizza le similitudini tra gli stati di coscienza indotti dalla meditazione e quelli raggiunti attraverso l'uso di sostanze psichedeliche, così come nelle esperienze di pre-morte. Sono emerse connessioni rilevanti, come la sensazione di unità e la dissoluzione del sé, che si trovano sia nella meditazione avanzata sia nelle esperienze psichedeliche. Entrambe le pratiche possono portare alla riduzione della paura della morte, aprendo nuove prospettive sulla vita e l'esistenza. Questa intersezione tra spiritualità e scienza suggerisce un potenziale per una maggiore comprensione delle esperienze umane e della coscienza, facendo leva su insegnamenti e pratiche complementari per il benessere.
Ospite del 135° episodio di Illuminismo Psichedelico, andato in scena il 22 novembre 2024 al Cirkoloco di Firenze, è il professor Bruno Neri, docente del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, che ha svolto una serie di studi presso l’insediamento Tibetano di Bylakuppe, in India. Il professor Neri è stato ospite dell’Università monastica di Sera Jey, nell’ambito di una convenzione di studio e ricerca con l’Ateneo pisano, l'attività di indagine di Bruno Neri ha avuto come oggetto l’analisi degli effetti degli stati non ordinari di coscienza indotti mediante pratiche meditative sull’attività cerebrale. In questo caso si parla di pratiche meditative svolte da monaci meditatori con esperienza estramemente avanzata. Abbiamo discusso dei suoi risultati e li abbiamo paragonati agli effetti di picco degli psichedelici, riscontrando analogie molto significative. Ogni tanto passava un treno e l'acustica era pessima, speriamo si senta...
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