Il programma analizza la nascita di un futuro post-NATO, evidenziando le preoccupazioni delle potenze europee. Si discute un'idea controversa di tassa patrimoniale per i super-ricchi e il suo impatto sui servizi pubblici. Il dibattito sulla necessità di una cooperazione europea in difesa è al centro della conversazione. Inoltre, si esamina il complesso rapporto tra Trump e la Federal Reserve, con uno sguardo critico sulla situazione economica in Turchia.
Il Consiglio Europeo ha approvato un importante programma di spesa per la difesa, puntando a un incremento dal 2% al 3% del PIL.
La Germania esplora la riconversione del settore manifatturiero verso la difesa, suscitando preoccupazioni in Italia sulla disponibilità di fondi.
La Commissione europea propone un'unione di risparmi e investimenti, ma la frammentazione del mercato finanziario rappresenta un grave ostacolo.
Deep dives
Il Consiglio Europeo e il programma di difesa
Il recente Consiglio Europeo ha discusso il libro bianco sulla difesa presentato dalla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che è passato senza opposizioni significative. Ciò consente alla Germania di intraprendere un ampio programma di spesa pubblica e indebitamento per la difesa. Durante il Consiglio, è emersa l'importanza della gestione della possibile uscita degli Stati Uniti dalla NATO, con le potenze militari europee che pianificano un approccio graduale nei prossimi anni. Questo include un significativo aumento della spesa per la difesa e l'implementazione di una deterrenza nucleare, per evitare un impatto negativo sulle strutture di difesa europee.
La prospettiva di un riarmo europeo
Le potenze nucleari europee, tra cui Regno Unito, Francia e Germania, stanno discutendo strategie per sostituire il contributo statunitense in ambito difensivo. Affinché una simile transizione avvenga in modo efficace, è necessario un aumento significativo della spesa per la difesa, che potrebbe passare dal 2% al 3-3% del PIL. Questa nuova soglia di investimento è considerata cruciale per garantire la sicurezza europea in un contesto di crescente insicurezza globale. I leader europei prevedono che i dettagli di questo piano vengano presentati nella prossima riunione NATO.
Le reazioni italiane al riarmo e alla spesa per la difesa
In Italia, le reazioni al riarmo europeo e all'innalzamento della spesa per la difesa sono state miste, con la Lega che si oppone a un esercito comune europeo, temendo di compromettere la sovranità nazionale. Tuttavia, molti esperti sottolineano che un esercito comune richiede una politica estera comune tra i vari stati membri, il che è attualmente un compito arduo. Le divergenze tra i vari governi europei complicano ulteriormente la questione della spesa e delle strategie difensive. Nonostante le preoccupazioni, è evidente che l'Italia dovrà affrontare la necessità di incrementare l’investimento in difesa, considerando le pressioni esterne.
Riconversione delle industrie e spesa militare
La Germania ha avviato discussioni sulla riconversione del settore manifatturiero per orientarsi maggiormente verso la difesa, con aziende come Rheinmetall che potrebbero acquisire impianti produttivi da Volkswagen. In Italia, il ministro dello sviluppo economico ha espresso l'intenzione di seguire un approccio simile, ma ci sono dubbi su come effettuare questa riconversione e sulla disponibilità di fondi adeguati. Ci si chiede se sarà possibile integrare produzioni civili e militari in modo efficace, data la necessità di investimenti sostanziali. La questione rimane complessa e rischia di trasformarsi in un'opportunità perso, se non pianificata correttamente.
La strategia europea per l’unione dei risparmi e degli investimenti
La Commissione europea ha annunciato la sua strategia per l'unione dei risparmi e degli investimenti, mirando a convogliare i risparmi privati verso investimenti strategici, inclusi quelli nella difesa. Questo nuovo approccio richiede incentivi fiscali che potrebbero non essere facilmente implementabili a livello europeo, data la sovranità fiscale degli stati membri. La frammentazione del mercato finanziario europeo rappresenta un ostacolo significativo per l'unione bancaria, poiché ogni paese mantiene i propri interessi nazionali. Si prevede che la creazione di un ecosistema di finanziamento efficiente sia essenziale per sostenere gli investimenti necessari nel contesto della crescente instabilità globale.
(00:00) Sigla iniziale (00:59) Verso la nascita della post-NATO (18:35) Le riconversioni coi fichi secchi (39:34) Elly e il riarmo di debito (59:28) La difficile Unione dei risparmi e investimenti (01:13:05) Un Supremo Intralcio per Trump (01:20:35) Il Re Mida d'America guarda a Oriente
I fatti più interessanti della settimana, secondo il vostro Titolare