Viviamo un’epoca di cambiamenti continui, che stanno modificando lo stesso funzionamento della nostra democrazia e che coinvolgono la società, l’economia e la comunicazione. La crisi e i crescenti flussi migratori hanno enfatizzato le pressioni sulla “politica” e gli effetti sono evidenti. Assistiamo a un’inversione di valori, la fiducia è stata “sfiduciata”. Oggi conta rompere le regole. Cancellare il passato. Ma anche il futuro. Alla “democrazia del pubblico” è subentrata una “democrazia im-mediata” che, attraverso la rete, salta e contesta ogni mediazione, e sfiducia i mediatori. Si assiste così all’affermazione dell’anti-politica, mentre viene messa in discussione la “democrazia rappresentativa”. Ma la sfiducia compromette le relazioni personali e le mediazioni sociali, indebolisce e delegittima i partiti, logora il tessuto della società. Ma in questo modo è difficile “cambiare”, perché per conquistare il “ben-essere”, c’è bisogno di fiducia negli altri.