Stories

Cecilia Sala – Chora Media
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Jan 31, 2024 • 9min

Ep.482: Operazione lumaca

I sussidiatissimi, arrabbiatissimi, agricoltori europei stanno protestando un po’ ovunque, in Francia come in Germania e in Italia. Bloccano le strade con i trattori nonostante le loro richieste, come quella sul prezzo del gasolio per l’agricoltura, siano state esaudite subito. È che le ragioni del malcontento sono più generiche e più ideologiche: ce l’hanno con il Green deal, con i prezzi dell'energia, con l'inflazione, con la globalizzazione, con la burocrazia, con l’Unione europea (che spende un terzo del proprio bilancio per il settore e che ha già ceduto sulla gran parte delle richieste dei contadini). In pratica, ce l’hanno con un mondo che non è più quello di un tempo, romantico e campagnolo, e – in particolare a ridosso delle elezioni europee – si prendono la scena per dire: guardateci o ribaltiamo tutto.Questo episodio di Stories è supportato da PhotoSì, il servizio che permette di stampare le tue foto e creare regali unici come FotoLibri, FotoCalendari e tanto altro direttamente dallo smartphone. Scarica l'app di PhotoSì e scopri l'offerta dedicata del 30% entro il 14/02/24 con il codice "STORIES" (ordine minimo 30 €)Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Protestano 500 trattori a Parigi, gli agricoltori contro Macron, Quotidiano Nazionale, 8 febbraio 2023; Farmers 'besiege' Paris as protests spread to Brussels, The Guardian, 29 gennaio 2024; Agriculteurs en colère: le convoi des tracteurs arrive sur la place des Invalides à Paris, Bfmtv, febbraio 2023; Qu’est-ce qui a provoqué la mobilisation des agriculteurs ? Comprendre en trois minutes, Le Monde, 27 gennaio 2024Karine Le Marchand n’a pas apporté que son soutien aux agriculteurs sur l’A4, LeHuffPost, 29 gennaio 2024; Karine Lemarchand se rend aux côtés des agriculteurs : "Les Français vous soutiennent”, canale Youtube Lci, 29 gennaio 2024 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 30, 2024 • 8min

Ep.481: Ilaria Salis al guinzaglio in Ungheria

Ieri a Budapest è iniziato il processo a Ilaria Salis, una maestra di 39 anni di Monza e una militante antifascista. È accusata dell’aggressione di tre neonazisti che sono guariti in cinque e otto giorni e che non l’hanno denunciata, ma la procura ipotizza reati che possono portare a una condanna fino a 16 anni, e secondo alcune interpretazioni addirittura fino a 24. Ilaria Salis è in carcere da un anno: per i primi sette mesi non ha potuto parlare con i suoi genitori e solo dopo 35 giorni ha ricevuto vestiti puliti. Durante la prima settimana in isolamento non le avevano dato neppure l’asciugamano, il sapone, il dentifricio o la possibilità di indossare mutande pulite. Quando ha potuto parlare con suo padre ha raccontato che i poliziotti l’avevano costretta a indossare un paio di tacchi a spillo di una misura molto più piccola della sua e l’avevano portata in udienza tenendola al guinzaglio.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Ilaria Salis entra in aula a Budapest ammanettata mani e piedi e legata con una catena, canale YouTube Alanews, 30 gennaio 2024; Villagers and far right members march to remember Hungary's WW2 ruler, AP archive, 31 luglioo 2015; German Army Parade (1938), canale Youtube British Pathé, 13 aprile 2014; Deutsche Neonazis bei Gedenken an Waffen-SS in Budapest, canale YouTube Judishes Forum, 10 febbraio 2019; Anti-fascists resist annual neo-Nazi gathering in Hungary, canale YouTube Peoples Dispatch, 10 febbraio 2020 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 29, 2024 • 9min

Ep.480: Chi ha ammazzato i soldati americani e ha varcato la linea rossa di Biden

Qais al-Khazali è un leader iracheno sciita, amico degli iraniani, che nel suo paese comanda la milizia-partito “Lega dei giusti”. Non è un nome nuovo per gli americani: nel 2007 gli uomini armati della Lega dei giusti si erano travestiti da soldati degli Stati Uniti per infiltrarsi in una base e uccidere quanti più militari possibile. Due mesi dopo gli americani avevano catturato al-Khazali, lo avevano interrogato per tre anni e da allora sappiamo più o meno tutto di lui. Negli ultimi tempi il capo della Lega dei giusti sembrava cambiato, si era buttato in politica, aveva cominciato a dedicarsi alla beneficenza e agli investimenti nel settore farmaceutico. Ma dopo il 7 ottobre rieccolo, tra i leader di una nuova sigla spuntata dal nulla: “La resistenza islamica irachena”. Quella che ieri ha rivendicato l’uccisione di tre soldati statunitensi, i primi morti americani in medio oriente dal 7 ottobre. È un’escalation, perché Joe Biden aveva messo in chiaro con l’Iran: per me la linea rossa è l’uccisione di soldati degli Stati Uniti da parte di milizie vostre amiche.Questo episodio di Stories è supportato da PhotoSì, il servizio che permette di stampare le tue foto e creare regali unici come FotoLibri, FotoCalendari e tanto altro direttamente dallo smartphone. Scarica l'app di PhotoSì e scopri l'offerta dedicata del 30% entro il 14/02/24 con il codice "STORIES" (ordine minimo 30 €)Gli inserti audio di questa puntata: قيس الخزعلي يهدد اهل السنة - طريف, canale Youtube أهل السنة في العرآق, 10 maggio 2013; 3 US troops killed in Jordan after Iran-backed attack, Biden vows response, canale Yotuube LiveNOW from FOX, 28 gennaio 2024; 3 American troops killed in drone attack on base in Jordan, canale Youtube Cbs Evening News, 29 gennaio 2024; account X IntelOmarion, 22 maggio 2021 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 26, 2024 • 9min

Ep.479: Uno specialista in massacri sta vincendo la guerra in Sudan

Il generale Hemedti vendeva l’oro a Prigozhin e ora lo vende ai servizi segreti militari di Mosca. Ha le mani sulle risorse e ormai controlla quattro dei cinque stati del Darfur, nel sud ovest del Sudan. E lì, a El Geneine, nel 2023 i suoi uomini hanno ucciso tra le 10 mila e le 15 mila persone: fucilate perché etnicamente africane in un Paese etnicamente arabo. Lo scrivono gli esperti delle Nazioni Uniti nel loro rapporto appena pubblicato. Gli uomini di Hemedti sono gli eredi dei responsabili del massacro di 300 mila persone in Darfur all’inizio degli anni Duemila. Ora il loro capo viaggia all’estero e si comporta come il vincitore della guerra cominciata il 15 aprile in Sudan.Questo episodio di Stories è supportato da PhotoSì, il servizio che permette di stampare le tue foto e creare regali unici come FotoLibri, FotoCalendari e tanto altro direttamente dallo smartphone. Scarica l'app di PhotoSì e scopri l'offerta dedicata del 30% entro il 14/02/24 con il codice "STORIES" (ordine minimo 30 €)Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Sudan's Darfur refugees report ethnically driven killings by RSF, Al Jazeera English, 8 novembre 2023; RSF’s Hemedti calls for replacement of Sudan's army leadership, Reuters, 29 luglio 2023; Alleged Janjaweed leader denies Darfur atrocities at war crimes court, France24 English, 5 aprile 2022; Fighting erupts in Sudan’s capital between army, paramilitar, Al Jazeera, 15 aprile 2023; General Hemetti Embarks on Diplomatic Tour Across East Africa Amid Sudanese Conflict, canale Youtube Africanews, 28 dicembre 2023; President Cyril Ramaphosa meets Sudan's RSF leader General Mohamed Dagalo, Canale Youtube SABC News, 5 gennaio 2024 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 25, 2024 • 10min

Ep.478: La grande censura dei palestinesi in Germania

In Germania è nato un "Archivio del silenzio". Registra tutti gli eventi cancellati, le presentazioni dei libri rimandate, le manifestazioni, le mostre, i convegni universitari e addirittura i dj set proibiti: sono decine e decine di eventi sulla Palestina oppure con ospiti considerati troppo filo palestinesi e che si sono espressi duramente contro Israele. E se quelli della scrittrice Adania Shibli o Bernie Sanders sono i casi più famosi, a finire in questo tritacarne di censure e paranoie è toccato a tanti meno famosi. Così a un certo punto sono stati gli stessi ebrei tedeschi a insorgere contro la censura delle autorità.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: Babel Festival 2011 I Adania Shibli con Monica Ruocco, canale YouTube Babel Festival, 17 ottobre 2023; Sen. Bernie Sanders explains his stance on possible cease-fire in Israel-Hamas war, canale YouTube Face the Nation, 11 dicembre 2023; account Instagram hebh_jamal, 15 ottobre 2023; account Instagram nakba_75 e juedischestimme, 16 ottobre 2023 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 24, 2024 • 8min

Ep.477: Partorire oggi a Gaza

Pascale Coissard è la coordinatrice per le emergenze a Gaza di Medici Senza Frontiere e ci parla dall’ospedale emiratino nel sud della Striscia. In questo momento a Gaza ci sono circa 50 mila donne incinte, nell'ospedale di Coissard si assistono “il triplo o il quadruplo dei parti” che c’erano prima del 7 ottobre. Per questo nella struttura non c’è spazio per tutte le mamme: molte devono andare via soltanto mezz’ora dopo il parto. Una non ha trovato posto in ospedale e ha partorito nei bagni improvvisati accanto alle tende di plastica in cui vivono i rifugiati, e ha perso il figlio. “Senza la guerra, quel neonato sarebbe ancora vivo”, dice Coissard. La clinica ha un ginecologo e un’ostetrica, ma servono più medici e macchinari per permettere a tutte le donne gazawi di partorire in modo sicuro. Mancano anche gli integratori di ferro per le anemiche, manca l'acqua: “E senza acqua non c'è igiene per i malati”. Le ragazze con le mestruazioni si lavano in mare, a gennaio. “Gli assorbenti qui sono così costosi che la maggior parte delle donne rinuncia a comprarli”.Questo episodio di Stories è supportato da PhotoSì, il servizio che permette di stampare le tue foto e creare regali unici come FotoLibri, FotoCalendari e tanto altro direttamente dallo smartphone. Scarica l'app di PhotoSì e scopri l'offerta dedicata del 30% entro il 14/02/24 con il codice "STORIES" (ordine minimo 30 €)Gli inserti audio di questa puntata sono stati forniti da Medici senza frontiere; un altro inserto audio è tratto account khalidi79397 di X del 24 gennaio 2023 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 23, 2024 • 8min

Ep.476: Due donne nordcoreane alla conquista del potere

La ministra degli esteri della Corea del Nord, Choe Son Hui, è andata in Russia per puntellare l’alleanza con Mosca e preparare il viaggio di Vladimir Putin a Pyongyang. Negli stessi giorni il leader nordcoreano Kim Jong-un ha annunciato una novità assoluta: lo scopo della Corea del Nord non è più quello della riunificazione con il Sud, Seul è un nemico e basta, e viene cancellata dalle mappe. Così tra dialoghi militari con Mosca – la cui interlocutrice privilegiata è proprio Choe – e rinnovate minacce, Kim sembra prepararsi, almeno a parole, a una guerra. Ma secondo gli osservatori la ministra Choe non risponde a Kim, bensì alla sorella del numero uno, che sarebbe anche quella che prende davvero le decisioni importanti a Pyongyang.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: N. Korea diplomat says there will be no negotiations on nuclear program, canale Youtube Arirang News, 22 ottobre 2017; North Korean foreign minister to meet Putin in Moscow, Cna, 16 gennaio 2024; North Korea declares victory over COVID; Kim Jong Un's sister blames South Korea for outbreak, Global News, 11 agosto 2022; January 16, 2024, Kcna, 16 gennaio 2024 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 22, 2024 • 9min

Ep.475: L’uomo che può buttare giù Netanyahu

L’ex generale e oggi ministro israeliano Gadi Eisenkot a dicembre ha perso il figlio venticinquenne e il nipote diciannovenne. Sono stati uccisi dai miliziani di Hamas mentre combattevano a Gaza. Oggi i parenti arrabbiati degli israeliani rapiti da Hamas hanno fatto irruzione in Parlamento. Protestano alla Knesset, sotto la casa del primo ministro, bloccando le autostrade. E venerdì Eisenkot ha detto che ci vuole una lunga pausa nella guerra, che è impossibile far tornare vivi gli ostaggi senza un accordo con Hamas e che chiunque sostenga una cosa diversa, sta raccontando menzogne. Si riferiva a Netanyahu: il primo ministro israeliano che la maggioranza degli israeliani detestano. I manifestanti chiedono di fermare la guerra per ottenere la liberazione degli ostaggi, e chiedono elezioni. Eisenkot chiede la stessa cosa. E la sua è la prima spallata, da dentro al governo israeliano, per buttare giù Netanyahu.Questo episodio di Stories è supportato da PhotoSì, il servizio che permette di stampare le tue foto e creare regali unici come FotoLibri, FotoCalendari e tanto altro direttamente dallo smartphone. Scarica l'app di PhotoSì e scopri l'offerta dedicata del 30% entro il 14/02/24 con il codice "STORIES" (ordine minimo 30 €)Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: account X BenzionSanders, 22 gennaio 2024; account X hamishpahot, 22 gennaio 2024; Meet the New IDF Chief of Staff: Lt. Gen. Gadi Eizenkot, canale YouTube Idf, 17 febbraio 2015; account X Now14Israel, 22 gennaio 2024; Israel-Hamas War: Son of Israeli minister, ex-IDF chief Eisenkot among 2 soldiers killed, Oneindianews, 8 dicembre 2023 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 19, 2024 • 9min

Ep.474: Una sanzione contro Putin è la prima buona notizia per Kyiv in molto tempo

I 61 miliardi di aiuti americani all’Ucraina sono ancora tenuti in ostaggio dai repubblicani al Congresso. E i 50 miliardi di aiuti europei all’Ucraina sono ancora tenuti in ostaggio da Orban. Ma è successa una cosa: Joe Biden ha firmato l’ordine esecutivo con cui impone le sanzioni secondarie all’economia di guerra di Vladimir Putin. La dicitura “sanzioni secondarie” suona scialba rispetto a “sanzioni primarie”, eppure definisce quelle che fanno più male. L'industria militare russa finora ha subìto soltanto sanzioni primarie, che sono relativamente facili da aggirare.Questo episodio di Stories è supportato da PhotoSì, il servizio che permette di stampare le tue foto e creare regali unici come FotoLibri, FotoCalendari e tanto altro direttamente dallo smartphone. Scarica l'app di PhotoSì e scopri l'offerta dedicata del 30% entro il 14/02/24 con il codice "STORIES" (ordine minimo 30 €) Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Jan 18, 2024 • 12min

Ep.473: Perché l’Iran bombarda Iraq, Siria e Pakistan (che risponde)

Teheran ha bombardato Iraq, Siria e Pakistan in un attacco senza precedenti. E questa mattina il Pakistan ha bombardato l'Iran. La guerra a Gaza non c'entra, l'Iran ha vendicato i propri morti, soltanto quelli di nazionalità iraniana. L’attacco in Siria era per vendicare l’attentato a Kerman, che ucciso quasi 100 iraniani sulla tomba del generale Suleimani il 3 gennaio. Il secondo attacco nel Kurdistan iracheno era per colpire un presunto agente iracheno del Mossad, in risposta al raid israeliano che ha ucciso il generale pasdaran Mousavi il giorno di Natale. Infine il terzo attacco contro il Pakistan, che ha risposto. Solo che entrambi i paesi stanno sparando contro le stesse persone: i beluci che vivono nelle aree tribali al confine tra Iran e Pakistan e che detestano sia il governo centrale dell’Iran che quello del Pakistan.Gli inserti audio di questa puntata sono tratti da: account X GeopoliticalCen, 15 gennaio 2024; account X ConflictTR, 3 gennaio 2024; account X winter_design, 7 gennaio 2024; account X PressTV, 5 gennaio 2024; account X Itshosniy, 2 gennaio 2024; account X YWNReporter, 3 gennaio 2024; account X zarrar_11PK, 18 gennaio 2024; account NessunLuogo24, 18 gennaio 2024 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

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