

il posto delle parole
livio partiti
Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autoriUn quotidiano culturale"ascoltare fa pensare"www.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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Mentioned books

Jul 30, 2025 • 18min
Roberto Carvelli "Stazioni balneari. Liguria"
Roberto Carvelli"Stazioni balneari. Liguria"ediciclo editorewww.ediciclo.itUn viaggio in Liguria ritmato dalle tappe ferroviarie, salendo e scendendo dai vagoni come in un interrail balneare. Una terra raccontata con un filtro vintage, ripercorrendo i paesaggi e i ricordi del passato e sovrapponendoli al presente. La regione si offre naturalmente a un attraversamento lineare, scandito da stazioni che interrompono il lungo parallelo dei binari e delle traversine. Come tutti i veri viaggi questo in Liguria, oltre che da Luni a Ventimiglia, ha l’ambizione di essere un viaggio dentro se stessi. Il tutto è ritmato dai fischi delle rotaie, dall’odore del basilico e della salsedine. Ogni tanto, abbandonando mare e spiagge, alcune distrazioni balneari faranno in collina da contrappunto alle coste, riconfermando dopo muretti a secco, serre per la floricoltura e campi di lavanda, l’odore del mare poco distante e magnetico.Roberto Carvelli(Roma, 1968) è giornalista e narratore di luoghi. Tra i suoi libri AmoRomaPerché (Electa, 2005) e Fùcino. Acqua Terra Infanzia, (il Sirente, marzo 2018). Ha scritto racconti Letti (Voland, 2004) e un saggio sul futuro Il mondo nuovo (Mimesis, 2020). Con Ediciclo ha pubblicato La gioia del vagare senza meta. Piccolo eserciziario della Flânerie (2018) e la riedizione di Perdersi a Roma (2021). Scrive per diverse testate tra cui “Il Foglio” e “Il Venerdì di Repubblica”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 30, 2025 • 24min
Michele Burgio "Il fumo e l'incenso"
Michele Burgio"Il fumo e l'incenso"Bompiani Editorewww.bompiani.itIl tempo sembra immobile a Serrapriola, minuscolo e sonnolento paese dell’entroterra siciliano dove da sempre tutto scorre uguale a sé stesso: padre Ramacca allena la squadra di calcetto della parrocchia, gli adolescenti del rione – i Megli – vivono la noia, l’amore e forse le prime esperienze con la droga, don Orazio Scuderi mantiene saldi gli equilibri, nell’interesse di tutti. Per il resto, l’evento più clamoroso che possa accadervi è la sparizione del crocifisso restaurato con le offerte dei fedeli, che scatena il disappunto delle anziane comari. Almeno fino a quando, in un pomeriggio qualunque, un ragazzino del gruppo dei Megli scompare. A indagare sono chiamati il maresciallo Maira e il procuratore Ammirata, i quali non sono così disposti a scoprire una verità che temono scomoda. Anche il disilluso Sergio Vilardo, ex giornalista d’inchiesta ormai votato al quieto vivere, sembra tenersi alla larga. Il suo intuito però non è ancora del tutto sopito, e lo conduce a intravedere una pista inattesa. E a ritrovare l’incoscienza di seguirla. Ma fino a che punto? Una storia intrisa di amara ironia sull’ineluttabilità del male. Una Sicilia torrida e assolata dove tutti sono innocenti, ma niente è innocuo. Una giustizia sghemba che, come nella lezione di Sciascia, è fragile e feroce espressione del potere.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 30, 2025 • 19min
Daniele Aristarco "Tutto quello che brucia"
Daniele Aristarco"Tutto quello che brucia"Up Feltrinelliwww.feltrinellieditore.it“Era il 20 luglio del 2001 e la città stava litigando con il cielo. C’era fumo dappertutto e urla, e sirene, e il fracasso dei sassi e degli spari. Qualcuno correva, qualcun altro inciampava e cadeva. E io ero lì. Cercavo di respirare, ma l’aria sembrava fatta di benzina e cenere. Poi, la voce di Chloé ha squarciato il caos. Ha detto ‘Viktor’, e io subito mi sono sentito in salvo. Le sono corso incontro, sono inciampato, sono caduto. Lei mi ha raggiunto, mi ha rimesso in piedi, e poi siamo scappati. E mentre correvo, mi guardavo attorno per non dimenticare nulla. Guardavo le scritte rosse e nere sui muri, i volti coperti, i caschi che brillavano sotto il sole. Poi c’è stata un’esplosione. E dopo, il silenzio. Per un istante ci siamo fermati. Immobili e muti come pedine indifese di un gioco troppo grande.” Genova, luglio 2001. I leader degli otto Paesi più industrializzati si riuniscono per decidere i destini del mondo. Un’onda di trecentomila persone allaga le strade con la forza di chi crede che un altro mondo sia possibile. Poi le cariche, il fumo, gli spari. Il movimento che sognava di riscrivere il futuro si schianta contro un presente di lacrimogeni e manganelli. “Io c’ero e mi sono chiesto: è l’inizio di una rivoluzione o la fine?” Daniele Aristarco è scrittore, saggista e divulgatore, autore di numerosi libri per ragazze e ragazzi, tradotti in molte lingue. Si occupa di formazione e tiene laboratori di teatro e di scrittura creativa. Viaggiatore instancabile, ama incontrare le sue lettrici e i suoi lettori. Tra i numerosi libri pubblicati, Tutto quello che brucia (2025) è il primo per Feltrinelli.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 30, 2025 • 16min
Anna Chisari "La fuliara"
Anna Chisari"La fuliara"Garzanti Editorewww.garzanti.itUna Sicilia vera e autentica, fatta di tradizioni e sapori.Il Secolo XIXBelpasso, Sicilia, metà Ottocento. Gnu Ranna: questo è il nome che le hanno affibbiato, insieme a quello di strega, fattucchiera, speziale. Ma, prima di scagliare una maledizione su un’intera stirpe – la famiglia Baruneddu, condannata a una vita di sfortunati amori –, Gnu Ranna aveva un altro nome. Si chiamava Veneranda Balsamo, ed era solo una ragazzina affidata dal padre alle cure di una mavara che le ha insegnato come trovare le erbe giuste per curare le malattie, riconoscere i boccioli dei fiori alla luce chiara dell’alba e vivere dei frutti della terra. Giorno dopo giorno, anche Veneranda è diventata una mavara di talento, a cui tutti gli abitanti di Belpasso si sono rivolti con fiducia. In particolare le donne che si recavano nel retro del negozio del padre a chiederle aiuto per i loro bambini o per un dolore troppo tenace. Lì erano al sicuro. Ma nessuna donna, a Belpasso, lo è mai del tutto. Nessun uomo sa rispettare un «no» mormorato con paura. Per questo, quando la figlia scappa con un Baruneddu, Veneranda decide di diventare una strega. Tutto pur di proteggerla e tenerla vicino. Perché lei, dalla madre, dalla nonna e da quelle prima di loro, ha ereditato una macchia. Una macchia che ha segnato il suo destino. Una macchia impressa dai masculi. Una macchia che, come inchiostro, si allarga di generazione in generazione.Il vento dell’Etna ha conquistato pubblico e critica raccontando la storia di una famiglia alle prese con una maledizione. Ripartendo dalla stessa affascinante ambientazione, Anna Chisari esplora l’origine di quell’anatema. Dimostra che siamo discendenti di chi ci ha preceduto, ma che è anche possibile rompere le catene che ci rendono schiavi.Anna Chisari è nata in Sicilia e da più di trent’anni vive a Milano. Giornalista e blogger, ha scritto per fogli, ha diretto giornali, ha fatto radio per tanti anni. Il papà la voleva avvocato, la mamma «Sistemata Bene». Lei ha scontentato tutti e si è trovata un posto al Comune di Milano, dove cerca di comunicare cultura con i social.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 30, 2025 • 19min
Clizia Fornasier "Volevo sognarmi lontana"
Clizia Fornasier"Volevo sognarmi lontana"Harper Collinswww.harpercollins.itLaura ha da poco compiuto diciotto anni, ha capelli neri e lunghi e grandi occhi a mandorla. È inquieta e bellissima, e sogna una vita oltre la linea dell’autostrada, magari in un piccolo appartamento nel centro di una grande città. Romina, due anni più piccola, la ammira e la imita, sogna insieme a lei. Entrambe vivono in un luogo in cui il tempo sembra fermarsi e dove il dolore e gli sguardi della gente scavano solchi profondi come l’aratro nella terra. Lo sa bene la loro madre, la signora Nives, che ha sempre vissuto ascoltando il ritmo delle stagioni e il respiro della campagna. Per lei la felicità, se arriva, è un raccolto abbondante, una grandinata mancata per un soffio, l’uva corvina nera e dolce, aggrappata ai suoi tralci come una promessa di abbondanza. Quando il marito muore, Nives rimane sola a occuparsi delle figlie e dei campi tagliati dall’ombra di un autogrill. Una notte, Laura scompare e di lei rimangono solo due lettere, una per Romina e una per la mamma: “ho bisogno di sognarmi lontana”. Dopo i successi da attrice, Clizia Fornasier torna in libreria con un romanzo potente ed emozionante, che conferma il suo talento di narratrice. Volevo sognarmi lontana è una storia familiare che parla di donne e di coraggio, di legami che resistono al tempo e a una terra capace di inghiottire tutto, anche i sogni più grandi. Un libro che racconta alla perfezione il nostro tempo, attraverso tre indimenticabili personaggi femminili.Clizia Fornasier. È nata in provincia di Treviso nel 1986. Dopo la laurea in Lingue e letterature straniere a Venezia, si trasferisce a Roma, dove il suo sogno di fare l’attrice diventa realtà. L’altra sua passione è, da sempre, quella di inventare e raccontare storie, e anche dopo aver raggiunto il successo come attrice, modella e cantante non abbandona il desiderio di dare alla luce nuovi mondi. Riesce ad addormentarsi solo pensando di scrivere. È il suono delle onde che resta è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 29, 2025 • 20min
Davide Tortorella "La vita normale" Yasmina Reza
Davide Tortorella"La vita normale"Yasmina RezaAdelphiwww.adelphi.it"La vita normale", traduzione a cura di Davide Tortorella.«Per me il tribunale è un luogo di osservazione come un altro, come la strada, o la mia camera da letto» ha risposto Yasmina Reza quando le è stato chiesto perché, da quindici anni, segua processi, oscuri o clamorosi, in giro per la Francia. «Colui che crediamo altro da noi non lo è» afferma Reza, che, lasciando ai cronisti giudiziari il loro mestiere e alla giustizia di cercare (invano?) un senso nel caos, preferisce fare un passo di lato – e ogni volta spiazza il lettore. Senza curarsi di proclamare verità universali e concentrandosi invece su «frammenti di umanità» – un gesto, una frase, una postura, un dettaglio dell’abbigliamento –, Reza riesce a cogliere, nelle esistenze degli imputati, dei testimoni e delle vittime, qualcosa che non di rado alla giustizia sfugge, e che a quelle esistenze ci accomuna. È «la vita normale», che segue come un’ombra la sua controparte assassina, sovrapponendosi continuamente a essa. Come nel caso della donna che, un mattino di novembre, «incalzata, spinta da una forza senza nome», esce di casa per andare su una spiaggia ad abbandonare sua figlia alle onde, e poi torna a chiudersi nell’opacità della sua esistenza, «presente senza esserlo, come a strapiombo su sé stessa». A lei e ad altri fantasmi è dedicato questo libro. Fantasmi che irrompono sulla scena accanto a quelli dell’autrice, che ha la capacità, propria solo dei grandi scrittori, di insinuarsi nella psiche del lettore senza lasciargli il tempo di comprendere ciò che ha appena letto.«Yasmina Reza appartiene senza alcun dubbio alla famiglia dei grandi ironisti, tra Kafka, Bellow e Bashevis Singer» («Livres Hebdo»).Yasmina RezaDrammaturga, scrittrice, attrice e sceneggiatrice francese, le cui opere teatrali sono state adattate e rappresentate in molti Paesi e hanno ricevuto svariati premi. Figlia di un ingegnere iraniano e di una violinista ungherese di origine ebraica, comincia la sua carriera teatrale come attrice, partecipando a rappresentazioni di opere contemporanee e di classici di Molière e Marivaux. La prima pièce da lei scritta, Conversations après un enterrement, rappresentata per la prima volta nel 1987, la vale il Premio Molière come miglior autore; La traversée de l'hiver vince invece il Molière come miglior spettacolo regionale.Il successo internazionale arriva con l'opera successiva, Art (1994; Einaudi 2006), tradotta e rappresentata in oltre trenta lingue, per cui la Reza viene nuovamente premiata con il Molière per il miglior autore, il Premio Laurence Olivier e l'Evening Standard Award come miglior commedia (1997) e il Tony Award per il miglior spettacolo (1998); il romanzo Babylone, pubblicato da Flemmarion, ha vinto invece il premio Renaudot (2016).Tra le sue pubblicazioni: Al di sopra delle cose (Archinto 2000), Una desolazione (Bompiani 2003), Uomini incapaci di farsi amare (Bompiani 2006), L'alba, la sera o la notte (Bompiani 2007), Il dio del massacro (Adelphi 2011), Da nessuna parte (Archinto 2012), Felici i felici (Adelphi 2013), Babilonia (Adelphi 2017), «Arte» (Adelphi 2018), Bella figura (Adelphi 2019), Anne-Marie la beltà (Adelphi 2021), Serge (Adelphi 2022), La vita normale (Adelphi 2025).Davide Tortorella è traduttore, editor e autore televisivo. Per la tivù ha curato molti programmi di varietà e intrattenimento tra cui la rubrica libraria A tutto volume. Ha tradotto dall'inglese e dal tedesco Kenneth Anger, Botho Strauss, Susan Sontag, Groucho Marx, Alan Bennett e Vladimir Nabokov, ed è stato editor per la casa editrice Leonardo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 28, 2025 • 29min
Giorgio Mezzalira "Ciò che era giusto"
Giorgio Mezzalira"Ciò che era giusto"Eredità e memoria di Alexander LangerGoffredo FofiAlphabeta Verlaghttps://www.raetia.com/it/territorio-gesellschaft/1086-cio-che-era-giusto.htmlCon i contributi di Gad Lerner, Peter Kammerer, Daniel Cohn-BenditCosa resta di Alexander Langer (1946-1995), del suo multiforme pensiero, del suo impegno civile, del suo messaggio universale? Goffredo Fofi ripercorre la vicenda politica e umana dell’amico Alex, ricordando in modo schietto e vibrante l’intellettuale eterodosso e visionario, l’instancabile attivista, il fautore della nonviolenza, il precursore dell’ambientalismo, lo strenuo sostenitore della pacifica convivenza etnica. A trent’anni esatti dalla sua morte – che ha chiuso, simbolicamente, un’epoca di lotte e speranze, e di “buona politica” – emerge il profilo di un caparbio uomo del dialogo, dalle solide radici cristiane, stretto tra coerenza etica e inevitabili contraddizioni, generosi sforzi e fragilità nascoste. Quasi il ritratto di una generazione “sconfitta”, ma non “perduta”.Da altre testimonianze “eccellenti” di chi lo ha conosciuto e frequentato, dalla sua biografia, ma soprattutto dai suoi scritti – raccolti nel presente volume –, prende forma un’eredità spirituale che costituisce una sorgente di idee e di pratiche per immaginare e costruire un futuro differente. In un mondo scosso da conflitti armati e nuovi nazionalismi, e in un modello di sviluppo sempre più fondato sullo sfruttamento indiscriminato di risorse naturali e umane, quella di Langer rimane una figura di straordinaria, talvolta sorprendente, attualità. «Il sentiero di cresta su cui Alex si è mosso (e l’immagine gli si addice: uomo di montagna e di confine) è stato, spinto fin quasi all’estremo, il più esemplare ed educativo di tutti quelli percorsi dalla sua generazione, il più aperto al confronto con le contraddizioni della politica e anche il più autenticamente, coerentemente, lucidamente drammatico e vero.»(Goffredo Fofi)Giorgio Mezzalira, nato a Padova (1954), risiede a Bolzano. Studi di Storia contemporanea all’Università di Bologna (A.A. 1981-1982, laureato con lode), socio fondatore del gruppo “Storia e regione/Geschichte und Region”, presidente del Comitato di indirizzo della Fondazione Museo storico del Trentino, membro del comitato scientifico della rivista “Qualestoria”, socio Sissco. Fa parte della “Fondazione Alexander Langer Stiftung” ed è co-curatore dell’Archivio di Alexander Langer. Editorialista del “Corriere dell’Alto Adige” e del “Corriere del Trentino”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 27, 2025 • 17min
Alessandra Leva "Quello che mi ha detto il diavolo"
Alessandra Leva"Quello che mi ha detto il diavolo"L'estate del nostro coraggioeffequ edizioniwww.effequ.itLo scopo di un nome collettivo è quello di denotare un insieme di individui dando, appunto, un senso di collettività. Tante api rendono il nome di ‘sciame’, un gruppo di pecore viene chiamato ‘gregge’ e un insieme di persone viene definito ‘folla’. Non c’è però nessun nome collettivo per denotare un gruppo di soli bambini. Noi eravamo otto, nati e cresciuti nella stessa via e, in questo caso, avremmo potuto prendere il nome di ‘tripudio di bambini’. Ma quell’estate avrebbero anche potuto definirci come un ‘macello di bambini’.Estate 2004. Alberto ha dieci anni e vive con la sorella Rachele e la nonna in una strada protetta dal bosco e dal lago, senza i genitori. Nella stessa via abitano sei bambini: il gruppetto gioca sempre insieme. Le cose cambiano quando nel ‘loro’ bosco sul lago vengono trovati i corpi di due giovani, e si inizia a parlare di sette, di diavoli e di strani rituali. Convinto di aver subìto una maledizione il gruppo, capeggiato da Luca, inizia a sottoporsi a una serie di prove di coraggio sempre più pericolose, fino a che tutto non sfugge loro, fatalmente, di mano. Sarà lo stesso Alberto, una volta cresciuto, a rompere il silenzio e tornare a raccontare di quell’estate maledetta. Scritto con la delicatezza di un rimorso, il romanzo d’esordio di Alessandra Leva indaga le zone d’ombra, il male annidato nella mente dei bambini, il momento esatto in cui l’innocenza si perde. ** Questo è il romanzo selezionato dalla Call Under 25 proposta nell'estate 2024. Alessandra Leva (Varese, 2002) ha studiato al corso Academy della scuola Holden; ha poi proseguito gli studi con un master in editoria.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 26, 2025 • 18min
Roberto Camatti "Venezia non mi ama"
Roberto Camatti"Venezia non mi ama"Neos Edizioniwww.neoswdizioni.itUn’antologia che racconta una città che vive per i turisti e non per i suoi abitantiA cura di Roberto Camatti Venezia non ama i veneziani e i veneziani, una razza quasi estinta, non amano ciò che Venezia è diventata. Una raccolta di 22 scritti narrativi, che portano all’attenzione dei lettori i problemi che gli abitanti di Venezia e del suo territorio, di acqua e di terra, si trovano ad affrontare ogni giorno.L’antologia “Venezia non mi ama” fa parte di un progetto narrativo attraverso il quale si desidera indagare la complessa contemporaneità delle città italiane, acquisendo consapevolezza delle criticità e cercando di immaginare soluzioni per il futuro oltre gli schemi istituzionali.In “Venezia non mi ama” si narra la Venezia contemporanea in molte delle sue sfaccettature, la realtà della terraferma, del centro storico e insulare. Storie reali, intrecciate alla fiction in un succedersi di realtà, memoria, immaginazione, tra presente, passato prossimo e futuro. Il tono diaristico si alterna al registro giallo e ai più diversi stili della prosa si sovrappongono anche suggestioni poetiche. Protagonista vera è la città, vissuta da tutti gli scrittori coinvolti ‒ ciascuno con le proprie opinioni personali ‒ con amore e interesse per il bene comune, ma sempre colta nella sua complessità. Venezia è una realtà complessa, sempre più in pericolo, che vive quotidianamente situazioni di disagio e di sofferenza, che negli ultimi anni hanno subito un’accelerazione. La fragilità di fronte alla crisi climatica, il moto ondoso fuori controllo che erode la città, l’innalzamento delle acque, l’overturismo, la gentrificazione, il proliferare delle locazioni turistiche, B&B e strutture ricettive, la movida incontrollata, le speculazioni immobiliari, gli affitti troppo elevati che costringono i residenti ad andarsene, la scomparsa degli antichi mestieri e degli artigiani, lo spaccio e la microcriminalità… sono solo alcuni dei temi che autrici e autori hanno sviluppato in questo libro, facendosi testimoni di una cittadinanza consapevole, preoccupata e combattiva.È pensabile che un’intera città sia al servizio di un solo settore economico e non al servizio dei suoi abitanti? È lecito chiedere un turismo sostenibile, affinché si possa restituire ai cittadini il diritto di abitare nella propria città? È possibile sottrarre Venezia al destino di essere un’inerte scenografia per i visitatori, una “vacca da mungere”, un parco a tema per turisti, smarrendo così identità ed autenticità, ovvero la propria anima?In tutta Venezia – che è una e multipla – tante persone si stanno impegnando, affinché possa realizzarsi presto un cambio di rotta, e anche i racconti di questa antologia muovono in tal senso, fotografando con passo narrativo quanto sta accadendo. Stili letterari e personalità autoriali diverse, voci distinte, che insieme diventano un coro stimolante e carico di forza. Racconti di:Isabella Albano, Anna Alemanno, Antonella Barina, Lucia Bigarello, Roberta Bonaldi, Fiorella Borin, Lorenzo Bottazzo, Roberto Camatti, Alberto De Marchi, Adriano Doria, Silvia Ferraresso, Nilla Patrizia Licciardo, Michela Manente, Irene Pavan, Susanna Pol loni, Andrea Princivalli, Davide Ravagnan, Arianna Scarpa, Caterina Schiavon, Claudia Vazzoler, Elisa Zilioli.Epigrafe di Vladimiro Bernaus.Postfazione di Giovanni Andrea Martini. I diritti d’autore saranno devoluti all’Associazione Italiana Persone Down, sede Venezia-Mestre.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Jul 26, 2025 • 18min
Barbara Frale "Il gioco degli arcani"
Barbara Frale"Il gioco degli arcani"Gallucci Centauriawww.galluccieditore.comRoma, anno 1300. Bonifacio VIII ha indetto il primo Giubileo della Storia e la città è invasa di pellegrini. La nobile Giovanna Savelli viene avvelenata poco tempo dopo aver avuto uno scontro in strada con una zingara che le ha letto gli arcani e le ha predetto… la morte. Per il Papa la questione è spinosa: i suoi avversari politici non aspettano che un motivo per vendicarsi e questo delitto misterioso offrirebbe loro un ottimo pretesto. Decide allora di affidare un’indagine riservatissima a Crescenzio Caetani, il nipote appassionato di medicina, e di farlo assistere da una pia badessa fedele al papato, Benedetta Petrocomite. Mentre i due ricostruiscono gli ultimi giorni della vittima, però, i sospetti si moltiplicano e la soluzione dell’enigma sembra sempre più sfuggente, perché tutti mentono e le distrazioni perverse del diavolo non si fanno attendere.Barbara Frale compone con finezza e sapienza un complesso giallo storico ambientato nella Roma papale ostaggio di una nobiltà avida, di religiosi corrotti e intrighi di potere, mentre il popolo dei fedeli fluisce per le vie in cerca del perdono dei peccati.Barbara Frale è Officiale presso l’Archivio Segreto Vaticano e studiosa di storia, nota per le ricerche sui cavalieri templari, sul papato e sulla Sindone di Torino. Si dedica inoltre alla scrittura di saggi e romanzi gialli a sfondo storico con grande successo di pubblico e di stampa.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.