La Germania sta rimanendo indietro, con Tonia Mastrobuoni
Oct 30, 2024
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Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino per la Repubblica e esperta di politica ed economia tedesca, parla della stagnazione economica della Germania, prima locomotiva d'Europa. Analizza le ragioni storiche e culturali che alimentano una cultura del risparmio e la resistenza al debito. Discute anche dell'impatto delle rigidità fiscali sulle politiche industriali e sull'ascesa di movimenti estremisti. Infine, suggerisce interessanti opere culturali che riflettono le complessità della storia europea.
L'economia tedesca ha subito un grave rallentamento, trasformandosi da locomotiva d'Europa a potenziale fattore di stagnazione.
La cultura tedesca, con la sua avversione ai debiti, impedisce investimenti essenziali per la crescita e lo sviluppo del Paese.
Deep dives
La crisi economica tedesca
Negli ultimi anni, l'economia della Germania ha subito un significativo rallentamento, trasformandosi da un modello di crescita invidiato in Europa a un potenziale fattore di stagnazione. Negli ultimi due anni, il Paese ha affrontato una recessione, segnando un momento storico in cui la maggiore economia europea non solo ha smesso di crescere, ma ha perso terreno rispetto ai suoi vicini. La criticità della situazione è emersa chiaramente, con Volkswagen che ha annunciato possibili chiusure di stabilimenti e licenziamenti, sottolineando la fragilità del settore industriale tedesco. Questo cambiamento di rotta è in gran parte attribuito alla scarsa propensione da parte della Germania a investire per rimanere competitiva, contrariamente ad altri Paesi che stanno facendo debiti per modernizzare le loro economie.
Blocco agli investimenti
Un punto cruciale della crisi economica tedesca è il blocco politico e culturale che impedisce al governo di fare indebitamenti per investimenti. La Germania adotta un approccio rigoroso riguardo al bilancio, imposta a livello costituzionale un pareggio di bilancio che limita la capacità di investimento del Paese. Questa regola, in vigore dal 2009, è diventata un feticcio politico, scoraggiando qualsiasi tentativo di incrementare la spesa pubblica per sviluppare infrastrutture o rispondere a sfide economiche moderne. In un contesto globale in cui gli altri Paesi stanno scommettendo su investimenti significativi per affrontare il futuro, la Germania si trova ferma, incapace di muoversi.
Impatto culturale sul debito
La cultura tedesca presenta una forte avversione ai debiti, percepiti quasi come un peccato, influenzando profondamente la politica economica del Paese. Questo atteggiamento storico verso la gestione finanziaria affonda le radici in convinzioni culturali e quasi mitologiche, come dimostra la figura della 'casalinga sveva', simbolo di economia e rigore nei conti. Questo feticismo per l'austerità e la stabilità finanziaria ha contribuito a una stagnazione economica, mentre le istituzioni e i politici si aggrappano a regole rigidamente imposte che bloccano ogni iniziativa di sviluppo. Di conseguenza, la Germania non solo limita le proprie opportunità di crescita, ma influisce negativamente anche sul resto dell'Europa.
Riflessioni sul futuro
La situazione politica interna della Germania è precaria, con possibili elezioni anticipate all'orizzonte, alimentando le tensioni tra i partner di governo. Attualmente, il governo di Olaf Scholz è sotto pressione a causa di divisioni interne, che potrebbero portare a un disastro politico. L'aumento del supporto per partiti estremisti, sia a destra che a sinistra, riflette una crescente insoddisfazione del pubblico verso il governo attuale. La Germania deve affrontare questa crisi politica e economica, mentre la sua incapacità di guidare l'Europa verso una maggiore integrazione economica rappresenta una sfida crescente per il futuro del continente.
L’economia tedesca, da locomotiva d’Europa, ne è diventata la zavorra: ci sono ragioni politiche, sociali e perfino culturali. Con Tonia Mastrobuoni, corrispondente di Repubblica da Berlino.
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