«Non mi sono specializzato in niente. Ho semplicemente tentato di conoscere e comprendere le persone incontrate in luoghi dove ho viaggiato e lavorato ... ho cercato di capire che cosa significa essere un uomo di un’altra cultura». Scrittore raffinato, instancabile viaggiatore con la passione della storia, Kapuściński scrive spesso per immagini, partendo dal particolare, come quando osserva un signore africano intento a stirare una camicia che ha ormai più buchi che stoffa. Forse stira i buchi, si chiede, e partendo da un piccolo gesto racconta l’Africa di oggi. È proprio vivendo e viaggiando in mezzo alla gente più povera del pianeta che Kapuściński ha maturato l’umiltà del saggio. Non il protagonismo, non la ricerca della celebrità: nessuno di questi atteggiamenti ha mai intaccato il suo affetto per quell’umanità semplice che così meravigliosamente ha raccontato in pagine di letteratura indimenticabile che la voce di Giuseppe Battiston ci restituirà.