C’è una dimensione ritmica negli esseri umani, nei loro corpi, ma soprattutto nelle loro relazioni comunicative. La comunicazione infatti è ritmica, musicale e si esprime nelle posture e nei movimenti del corpo, del volto, della voce. Ma che cosa avviene quando un estraneo, uno straniero si avvicina a noi e a questi ritmi condivisi? Quanto è creativa e inclusiva la ritmicità dell’uomo? Lo straniero è colui che “non va a tempo”, eppure le relazioni tra estranei sono immancabili nella nostra specie, incontrarsi tra “alieni” è stato l’asse portante di tutte le storie umane. Per reggere alla sfida dell’incontro culturale sono necessari processi di meticciamento ritmico. Forme musicali moderne come il jazz, il reggae, sono un esempio di ibridazioni ritmico-musicali. Ciò è reso possibile, in condizioni di apertura reciproca, dalla capacità mimetica degli esseri umani, una potente risorsa, che è un motore primario dei processi di creatività meticcia.