Possiamo concepire il “mondo dell’arte” come una sorta di territorio dotato di confini e gestito da una rete di poteri (M. Foucault). Gli attori potenti sono collezionisti, galleristi, critici, tutti coloro che concorrono alla definizione di ciò che è arte ed è quindi degno di essere esposto e/o acquistato nel mercato. Il mondo dell’arte guarda da sempre agli altri poteri, in primo luogo quello politico (come in passato a quello religioso), perché ne può ricavare risorse materiali e simboliche. D’altronde, ogni tipo di potere apprezza le arti in quanto potenziali fonti di legittimazione e consenso. Tuttavia, è solo cozzando contro i limiti estetici e ideologici del loro tempo che gli artisti possono innovare. Oggi, l’innovazione si deve probabilmente a quegli artisti che si pongono al di fuori del decoro estetico e sociale (graffitisti, artisti cosiddetti outsider ecc.), anche se la loro cattura da parte dei poteri e del mercato dell’arte è sempre possibile.