Antonio Cesarano, esperto di economia e mercati finanziari di Intermonte, analizza l'aumento delle insolvenze sulle carte di credito negli Stati Uniti, il più alto dal 2008. Discute le fragilità economiche e l'impatto delle politiche della Fed, che potrebbero prolungare i tassi elevati. Inoltre, esplora come le promesse di Trump possano influenzare l'economia e il possibile rallentamento. Infine, si sofferma sulle strategie di Trump per il futuro del dollaro e sul divario monetario con l'Europa.
Le insolvenze sulle carte di credito hanno raggiunto i massimi dal 2008, segnalando una vulnerabilità crescente nell'economia americana.
La Federal Reserve potrebbe mantenere i tassi elevati più a lungo, temendo un possibile ritorno dell'inflazione e le sue ripercussioni sui mercati.
Deep dives
Aumento delle insolvenze sulle carte di credito
Le insolvenze sulle carte di credito negli Stati Uniti hanno raggiunto livelli record, il più alto dal 2008, il che ha influenzato negativamente l'ottimismo riguardo all'economia americana. Gli emittenti di carte hanno registrato svalutazioni significative, ammontanti a 46 miliardi di dollari nei primi nove mesi dell'anno, indicando una probabile difficoltà nel recuperare i prestiti. Questo segnale di vulnerabilità emerge in un contesto in cui l'indebitamento delle famiglie e delle aziende supera la media dei paesi sviluppati, suggerendo una potenziale fragilità economica. Tali dati sono un chiaro avvertimento per la Federal Reserve, che potrebbe dover considerare misure più prudenti nella gestione della politica monetaria.
La prudenza della Federal Reserve
Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha manifestato preoccupazione per un possibile ritorno dell'inflazione, allontanandosi dalla rimozione aggressiva dei tassi di interesse. L'attenzione è stata spostata dall'occupazione all'inflazione, cercando di evitare un risveglio dei timori inflattivi. Questo cambiamento nell'approccio ha avuto ripercussioni sui mercati, che sono diventati più vigili su qualsiasi dato che potrebbe suggerire un'inflazione crescente. La Fed potrebbe quindi non essere incline a implementare tagli dei tassi nel prossimo anno, contrariamente alle aspettative del mercato.
Impatto politico e fluttuazioni del dollaro
Le politiche economiche di Trump potrebbero avere un impatto inflattivo nel 2025, data la sua proposta di stimoli ai consumi e al taglio delle tasse, ma potrebbero anche essere mitigate da altre misure, come l'aumento della produzione di energia. La storia delle politiche passate di Trump suggerisce che l'approccio alla negoziazione potrebbe influenzare la risposta del mercato, creando incertezze ma anche opportunità. Inoltre, la forza del dollaro rispetto all'euro continua a riflettere le disparità tra le economie statunitensi ed europee. Le aspettative di ulteriori tagli ai tassi da parte della Banca Centrale Europea sono già in parte incorporate nei mercati, ma il contesto politico potrebbe continuare a modificare queste dinamiche.