Un percorso sulla creatività fra scienza e letteratura. Jean Perrin, uno degli scopritori dell’esistenza dell’atomo, diceva che la chimica è l’arte di spiegare il visibile, ma incomprensibile, in termini di oggetti invisibili ma comprensibili: gli atomi, appunto. Gli atomi non sono altro se non le lettere di questo linguaggio particolare, che si combinano in parole (le molecole) e in frasi (le reazioni chimiche, ovvero trasformazioni e combinazioni di molecole). Il modo di pensare di un chimico non è troppo diverso da quello di un poeta: si tratta di prendere un fenomeno naturale universale, ma incomprensibile se analizzato solo in termini di ciò che si vede, e cercare una spiegazione solo ed esclusivamente in termini di combinazioni di questi minuscoli mattoncini Lego che non si possono vedere né toccare. Così come a un poeta bastano due o tre versi per farci provare dolore, senza bisogno di darci una martellata, ma solo passando attraverso la nostra mente.