Non vi sono dolori senza sofferenza. Il dolore infrange l'esistenza proporzionalmente alla sofferenza che induce, ma potrà essere sia immenso, sia irrilevante. Quando è subìto, il dolore distrugge, divora con la sua incessante tortura, paralizzando il pensiero, la vita, il desiderio e i rapporti sociali. Se invece è scelto come mezzo di espiazione o manifestazione di fede, o nello sport, o ancora nelle modifiche apportate al proprio corpo, come nel caso della body art, allora il dolore contribuisce alla costruzione dell'individuo. Sulla scia dei suoi studi dedicati all’antropologia del dolore, David Le Breton parlerà del modo in cui la percezione del dolore induce una sofferenza più o meno profonda, distruggendo o invece costruendo l'individuo, ma influendo sempre sulla sua condotta e sui suoi valori, sulla trama sociale e culturale in cui vive.