La nostra società, nell'ultimo decennio, sta divenendo sempre più complessa: la globalizzazione e Internet hanno "ristretto" il mondo, facendo sì che l'incontro con le differenze, esperienza prima eccezionale e saltuaria nelle nostre vite, diventasse parte della quotidianità di ognuno di noi. Ma l'essere umano non è programmato per accettare tutto questo con serenità: istintivamente, infatti, vive la novità e l'alterità come minacce alla sua esistenza. Di conseguenza, si avverte la necessità di passare da una visione "normocentrica" della società, in cui la diversità viene vissuta come una minaccia e una devianza, a una più pacifica di “convivenza delle differenze”. Parte di questo processo avviene a livello linguistico, tramite la nominazione corretta e rispettosa delle diversità e un uso più attento delle parole – che non sono mai solo parole, ma ganci verso grappoli di significati – andando oltre le proprie abitudini di sempre.