Quando si è cominciato a parlarne, alla fine del secolo scorso, il virtuale sembrava qualcosa come un puro spirito, un mondo totalmente immateriale, proprio come immateriali apparivano, nell’immaginario dei tempi, i computer, tutt’altra cosa rispetto all’acciaio dell’età meccanica. Quello che si è manifestato però è stato uno spirito impuro, impregnato di materia, che ha molto più a che fare con il corpo di quanto non si sarebbe pensato all’inizio. Non un puro spirito ma, semmai, un fantasma, una mummia, che non può fare a meno del silicio e dell’elettricità. Insomma, lo spirito ha mostrato di aver bisogno di un corpo e soprattutto si è capito che il corpo non è solo un fardello inevitabile, una necessità dolorosa, o quantomeno noiosa e inerte, ma è una risorsa, è il supporto tecnico di cui il web non può fare a meno, come sanno bene tutti coloro che hanno fatto la fila per comprarsi il nuovo modello di iPad.