Non esiste società che non abbia celebrato un aspetto ideale per i suoi membri, popolazione che non sia intervenuta sul corpo per donargli una apparenza virtuosa. La storia della trasformazione chirurgica a fini estetici è secolare; ciò che accomuna epoche molto diverse non è tanto l’elogio dell’artificio, ma la volontà di eludere dettami di esclusione sociale. Oggi, la banalizzazione della chirurgia estetica rappresenta una rottura rispetto al passato, in quanto esperienza liberatoria e responsabilizzazione del singolo rispetto alla propria apparenza fisica. Queste novità nella cultura della modifica corporea si osservano anche tra i giovani, per i quali investire nel proprio capitale estetico può essere una “scorciatoia sociale”. Questa tesi è confermata dai dati di una recente ricerca, presentata per la prima volta, sulle pratiche e gli atteggiamenti riguardo la modifica del corpo degli adolescenti.