Il movimento rappresenta un elemento costitutivo dell’esperienza umana che ha, nel nomadismo di alcuni popoli asiatici, l’icona del nostro immaginario. Dal neolitico ad oggi, il nomadismo ha attraversato profonde trasformazioni, e ha anche rappresentato una forma di esistenza interconnessa con quella che è la sua dimensione “speculare”: la sedentarietà, l’occupazione del territorio in forma stabile, la permanenza degli insediamenti e dei mezzi produttivi. Oggi il nomadismo è in declino – spesso visto con sospetto e disprezzo dalle popolazioni stabili e dalle loro istituzioni – questa forma di vita scompare e con essa un’altra possibilità di scegliere il proprio modo di abitare ed “essere nel mondo”. Sopravvive nella scelta degli “spiriti nomadi”: desiderio di libertà e di fuga, fantasie esotiche, o, in scelte che sono nella maggioranza dei casi obbligate, come le migrazioni dovute alle persecuzioni, alla povertà, alla violenza e alla guerra.