“Vietato il gioco del pallone.” Tutto è iniziato così: la chiusura dei cortili, l’impossibilità di tornare da scuola a piedi da soli. Prima le metropoli, poi i piccoli comuni sono stati invasi dalla paura di ciò che poteva accadere ai figli. La crisi della comunità educante, la paranoicizzazione dell’altro, la società del narcisismo e dell’individualismo imperante sono davvero un prodotto di internet e dello smodato utilizzo dello smartphone da parte degli adolescenti? Per comprendere i significati evolutivi e i rischi delle esperienze digitali giovanili, è necessario interessarsi ai miti affettivi familiari e sociali che hanno presidiato la crescita delle nuove generazioni. Da questi si può partire per comprendere le forme del profondo disagio adolescenziale odierno. A cominciare dal sempre più diffuso ritiro sociale, dal sexting e dal cyberbullismo. Da questi si deve partire per alleviare la solitudine e le crisi di una generazione iperconnessa.