Le nuove generazioni sono le prime che assistono alla comparsa dello spettro dei limiti invalicabili. Cambiamento climatico, inquinamento nucleare, nuove pandemie, esaurimento delle risorse naturali rinnovabili e non, effetti deleteri dei prodotti chimici di sintesi, crisi sociali e cocente sconfitta della promessa di benessere, minacce integralistiche e terroristiche, ribellioni identitarie: tutte le forme di dismisura si mescolano, si intrecciano e si rafforzano. La moderna mancanza di limiti è un mostro unico e proteiforme, dapprima geografico e antropologico, poi ecologico ed economico, e infine culturale e politico. Anche se fosse possibile colonizzare galassie e trasferire il genere umano prima che la terra diventi inabitabile, o fabbricare l’umanoide in grado di prosperare in un ambiente degradato, tutto ciò sarebbe forse ragionevole? Per costruire un futuro umano è necessario scongiurare la mancanza di limiti, ritrovare e condividere il senso della misura.