Accanto ad una globalizzazione economica esiste oggi sicuramente anche una globalizzazione ambientale, caratterizzata da visioni e politiche che accomunano gran parte del mondo. Questo processo non è stato indolore solo per l’economia ma anche per la cultura italiana, in particolare per una delle sue principali espressioni, cioè il paesaggio. Dopo cinque secoli in cui esso è stato descritto come risultato di una virtuosa “addomesticazione” della natura, creatrice di bellezza e utilità, siamo passati ad approcci scientifici e politiche pubbliche che hanno considerato tale modello inadeguato, cercando di riportare il paesaggio ad una originaria naturalità. Questo indirizzo è il più giusto per il paesaggio italiano, bene comune che tutti dovremmo condividere? Nel contrasto fra un bene riconosciuto ancora oggi come uno dei simboli dell’Italia nel mondo e una negazione di tale valore si celano alcuni dei punti di forza e di debolezza del nostro paese.
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