Abitare ai limiti, ai margini delle città, della vita che pulsa nei centri, è un vivere minore? «L’uomo è organizzatore dello spazio» scriveva il grande paleontologo André Leroi-Gourhan e nell’organizzare i nostri spazi, spesso utilizziamo il modello “centro/periferia”. Il centro è l’origine, il luogo dove tutto accade, le periferie sono marginali, secondarie. Eppure se usiamo la metafora della ruota, non è dal centro che si percepisce il movimento, ma dalla periferia. Su questa falsariga Ascanio Celestini, che da sempre mette in scena i marginali, i “poveri cristi” e l’antropologo Marco Aime, dialogheranno, per tentare di ribaltare una serie di luoghi comuni e di spostare lo sguardo. Per esplorare lo stare al mondo, bisogna partire da chi abita ai limiti, da microcosmi di solidarietà, esercizi di convivenza per provare a respingere egoisimi e miopie.